bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 14 settembre 2009

Plastic


si sono andata al Plastic.
e mi sono divertita.
era da tempo che volevo entrare in questa dimensione e farmi un'idea di come gira.
me la sono fatta.



già dalla coda per entrare si capisce parecchio. una calca sovrumana a rischio di attacco di panico che poi si ripete fedelmente all'interno. ressa. affollamento. carenza di spazio. mancanza d'aria. corpi adesi. corpi sudati.
mentre ondeggio in questa massa umana incollata senza un senso se non quello di raggiungere l'entrata, mi dico che una fila indiana educata e rego non si addice a un posto così. questo è solo l'assaggio.
nel marasma osseo si chiacchiera amabilmente, uomini gay a grappoli ci fanno sapere noi donne mai nella vita, si scambiano opinioni sul sesso dell'ultima settimana e chiedono chi è Michi, presentamelo, è gaio? amico tuo? ok.
giunta per miracolo divino all'entrata, dopo aver rischiato la gambizzazione contro un vaso di fiori, a fianco del varco per passare, contro il quale sono stata pigiata con violenza inaudita da una biondina svedese di 20 cm più alta di me che non si faceva molti problemi di carattere umanitario, dopo aver sfiorato la morte per asfissia e aver incassato gomitate ancora dolenti, dopo TUTTO QUESTO mi hanno detto: tu no. quella è l'uscita.
seeee tu scherzi ragazzo. dopo aver visto la morte in faccia mi sono fortificata e io entro sicuro. intanto non mi sposto e voglio vedere.
vedere ho visto che sono passati 5 minuti e il galantuomo, doctor selector, che individua la ggente ggiusta, dovevate vederlo, un dandy secco secco, cappello borsalino, baffetti alla bogart, "tu si, tu no", me non mi caga di striscio. e allora??? seleziona gli uomini, gay o presunti tali, e le donne SOLO se accompagnate. io e la mia amica possibilità ZERO. inizio uno scambio di vedute, diciamo così, con uno dei body guard. posso definirlo scortese? aggressivo? irritabile? pericoloso? stronzo? stronzo va benissimo. mi minaccia e mi dice che non ho speranza e mi invita nuovamente ad andare.
intanto i body guard, alcuni dal sesso indecifrabile, o un uomo con le tette o una donna con il testosterone a mille, spingono indietro potentemente la massa umana e ora capisco il perchè di certi ondeggiamenti che mi hanno fatto rischiare di spegnermi schiacciata spiaccicata in viale umbria sotto scarpe tacchi a spillo e autobus 90 sulla circonvallazione.
poi il miracolo si ripete. compare, uscito dal locale, un signore che non potresti mai dire che possa avere senso in un posto così: almeno 60 anni, grigio di capelli, camicia a quadri ordinaria, basso, gentile, normale. "no dai non esagerate non fate così, piano, queste due lasciatele passare". ma chi è? cosa è successo? ha ricevuto una chiamata da dio? o questa è la pantomima che si ripete ogni sera all'entrata?
chissenefrega. ENTRO.
(dopo 25 euro alla cassa. hai capito?!)



è un buco. 4 sale. nere, senza arredamento con insegne al neon. una dice "bordello". ed è lo stesso timbro cha hanno fatto a me entrando. musica altissima (oggi ancora non sento benissimo). due dj, uno di musica tecno acida in una stanza più piccola della mia cucina, e uno/a nell'altra sala, più grande ma non vorrei esagerare, con musica trasch italiana. mi piace, già canto, alcune le conosco, rettore, vanoni, malgioglio. evvai.
ma ancora non è niente, la gente c'è ma ci si muove. tempo un'ora e non si cammina PIU'. si respira meno, si beve molto, si balla a stento.
però è un mondo.
parallelo.
la trasgressione è di casa, un gesto, fuori da denuncia, qui è la regola e va bene così.
in un angolo la drag queen, due polpacci da ciclista, cappello da poliziotto (un classico) canta come una diva ancheggiando e muovendo la bocca come una medusa. uno spettacolo. ogni tanto la musica si interrompe e tutta la sala sta cantando.
in una sala superiore, dove si entra selezionati, a mo'?, e riesco a entrare grazie ad amici abituè del luogo, grande schermo con immagini di repertorio vecchia hollywood, esther williams la fa da padrona. tutto fa.
ballo canto sudo guardo. pensieri pochi, qui non c'è modo di modulare. qui tutto si primitivizza, è il suo bello.
c'è di tutto qui. uomini gay donne, bizzarria alle stelle, eccentricità spinta.
mi offrono da bere un vodka-redbull. una schifezza inaudita, mi dicono la più bevuta in assoluto e non stento a crederlo, una bomba che ti porta fino all'alba. ne bevo mezzo bicchiere poi, direi inevitabilmente, cade e mi rendo conto che il pavimento è completamente bagnato: è l'alcol che si rovescia ballando. una sciolina dannosa, non invidio le superfemmine con tacchi a spillo. da suicidio.
Thisisplastic: Mouth, south. IS THE MOUTH SOUTH SOMEWAY? OR THE SOUTH A MOUTH? MUST BE SOME.
SOUTH. POUT, OUT, SCHOUT, DROUGHT.

il tempo passa e non me ne accorgo.
alle 4 esco, sono un bagno di sudore.
sono fuori.
sono out.



http://www.youtube.com/watch?v=DiS-GiVumfw

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