bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 15 gennaio 2010

l'uomo nero



penso che questo film, di Rubini, abbia davvero a che fare con la paura.
la paura e la riconciliazione con quella paura.
un padre guardato con occhi increduli e non compreso, un padre filtrato dalla memoria di un bambino, trasfigurato dalla paura degli spazi ignoti, quelli che non si conoscono.
e poi la scoperta di un'umanità più ingenua di quanto si pensasse, e il ricongiungimento con l'immagine paterna, necessaria, vitale, fiduciosa.
una nuova adesione che consente il passaggio dalla vita alla morte, che guarda oltre l'irruenza e l'ossessione e ritrova la tenerezza necessaria al perdono.
fa bene pensare di essere in sintonia con il proprio passato e sentirci dentro di riflesso. fa bene pensare ai nostri genitori come una parte integrante di noi, come loro dentro di noi, e poi lasciarli andare, per sempre, senza paura.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho visto quel film... Penso un film intitolato "l'uomo nero" e mi viene alla mente un film di orrore, di paura, mi viene alla mente il babau, le varie storie lette su Dylan Dog, i romanzi di paura di Stephen King. Ma forse algi occhi di un bambino ci vuole molto meno per diventare "l'uomo nero". Bastano incomprensioni, rabbie, frasi non dette, sensi di colpa... quanti uomini neri esistono? Non c'è bisogno di scomodare mostri e alieni per alimentare le paure più terrificanti di un bambino, basta un cattivo genitore. Non ho visto quel film, ma mi sento comunque di lasciarti qua questa mia riflessione.

Rossa ha detto...

quello che dici è vero. basta un genitore epr fare sconquassi. diciamo che, generalizzando, i nostri genitori lasciano comunque tracce indelebili dentro di noi. in questo film non c'è un genitore cattivo. no. ma c'è la storia di un uomo di un padre e dello sguardo del suo bambino su di lui. uno sgurdo che si evolve nel tempo fino a diventare benevolo. un bel film, vai a vederlo se puoi. e poi mi dici.

Anonimo ha detto...

Mi ha tratto in inganno l'immagine :)
Un film sul rapporto padre e figlio che mi è piaciuto parecchio è "Che ora è" con Massimo Troisi. Però qua il figlio è già grande. L'ho visto tanti anni fa. A quel tempo conoscevo Troisi solo per "Non ci resta che piangere", un film per me tra le più belle commedie mai realizzate. Ma quel film sul rapporto tra padre e figlio, comprato quasi per caso, mi ha rivalutato di molto il rimpianto attore napoletano.

Rossa ha detto...

non conosco il film di cui parli. Troisi mi era simpatico ma non posso dire che "non ci resta che piangere" mi abbia colpito quanto te. lo ricordo come un film piacevole ma niente di più. ma in quanto a cinematografia sono un tipo difficile..