bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 30 agosto 2010

mente e altri dintorni: the dark side of the moon



Sarzana. Festival della mente. 3-4-5 settembre 2010.
http://portale.festivaldellamente.it/it/eventi

programma intenso, mi eccito quasi al pensiero di tanti pensieri.
ho letto su un blog, cito:
“E invece é tempo di rivalutarli, i pensieri, e di regalarli veramente, che non son bagatelle, frivolezze e cazzatine: se ti regalo un mio pensiero significa che ho meditato sui tuoi gusti, a ciò che hai, ho voluto farti ridere o piangere e ho sintetizzato una sorta di piccolo giudizio su di te...
Il pensiero è un concetto. E’ tempo tolto a noi stessi. E’ una riflessione sul prossimo che colma per un attimo i suoi vuoti.”
http://splendidiquarantenni.wordpress.com/2009/12/16/present-perfect/

il pensiero è una formula d'eccitamento pressochè perduta ma credo ineguagliabile. oggi è l'immagine che esalta -o il triangolino di Elio?-, il pensiero affossa.
ma vi sembra una cosa sensata?
l'immediatezza ha il primato sulla seduzione della mente. l'immagine sazia la retina ma non nutre, infatti è reiterata all'infinito senza alcuna probabilità di gratificazione. oggi il sesso non appaga, solo rifornisce come un automatismo di desiderio consumato ma inesaudibile. il pensiero alimenta e crea, il pensiero cresce e costruisce, il pensiero è vitale e generoso, il pensiero vincola e crea legame. ma a chi lo dico? l'uomo vuole guardare, sbirciare, fissare, rivedere, reiterare e le donne esporsi allo sguardo, qualsiasi cosa pur di compiacere l'occhio maschile. furbe? o ingenue? anfrattuosità della mente.
ma la sensualità che ammalia, che lega e incatena passa sempre e solo dalla seduzione del pensiero. non era il canto delle sirene a spappolare il cervello di ulisse, ad annientrarlo di desiderio?
pensieri inutili, i miei, pensieri che non vendono.
però, dai, un festival della mente, potrebbe essere un grandioso inizio d'anno lavorativo.
vai di festival,
ma non di sanremo,
vai di mente,
e via di testa.

la follia circonda. circoscrive. individua.
leggo di Berlusconi, fine luglio prima di partire, e sento che, disinformato diciamo così dei suoi attuali -chissà...- poteri istutuzionali, propone di ribaltare la camera e chiede le dimissioni del suo presidente. direi una concezione non liberale, ma piuttosto aziendale, della democrazia. si garantiscono il parlamento e le istituzioni o il consiglio di amministrazione dell'azienda berlusconi? cos'è? follia o non un progetto organizzato?
leggo il mio ultimo contratto da libera professionista in ospedale, consulente psichiatra, e capisco che ormai c'è solo spazio per la vessazione. stile Brunetta, sembra proprio che il mio contratto lo abbia scritto lui di persona, quale onore, un elenco di quattro pagine sui miei doveri, pena la morte sulla gogna e l'eviscerazione pubblica, e una riga -UNA- con i miei diritti, una cifra oraria che farebbe vergognare un pedofilo assassino. i diritti civili sono stati soverchiati dalla coglionaggine di ministri isterici degni di Charcot e dall'ottusità senza rimedio psicofarmacologico del presidente del consiglio.
leggo di minatori cileni chiusi in un'area di salvataggio a 700 metri di profondità -alzi la mano chi si ricorda che ci sono mestieri come quello del minatore a parte reminiscenze su Marcinelle- e che ci vorranno 4 mesi per tirarli fuori di lì. ora spero che la capacità di condivisione (compartir in spagnolo, bel verbo che mi ricorda Erri de Luca sul corriere della sera), prevalga sull'affossamento della mente e della ragione al buio, al caldo, nella melma, nella paura, nella follia dell'abbandono sottoterra che prefigura la morte.
ascolto i Pink Floyd viaggiando per la Galizia magica e profonda e sento parole che descrivono bene la follia.
ci riteniamo esenti, ma non lo siamo. nessuno.
la follia alberga, come un altro da noi, ci abita nel cervello, vive in camera nostra, nel nostro giardino, chi la riconosce e ci parla la tiene a bada dialogandoci, chi la ignora... tema pure l'esplosione, è questione di poco. basta poco.
There's someone in my head but it's not me.


Brain Damage


The lunatic is on the grass.
The lunatic is on the grass.
Remembering games and daisy chains and laughs.
Got to keep the loonies on the path.

The lunatic is in the hall.
The lunatics are in my hall.
The paper holds their folded faces to the floor
And every day the paper boy brings more.

And if the dam breaks open many years too soon
And if there is no room upon the hill
And if your head explodes with dark forebodings too
I'll see you on the dark side of the moon.

The lunatic is in my head.
The lunatic is in my head
You raise the blade, you make the change
You re-arrange me 'til I'm sane.
You lock the door
And throw away the key
There's someone in my head but it's not me.

And if the cloud bursts, thunder in your ear
You shout and no one seems to hear.
And if the band you're in starts playing different tunes
I'll see you on the dark side of the moon.

"I can't think of anything to say except...
I think it's marvelous! HaHaHa!"



Eclipse


All that you touch
and all that you see
all that you taste,
all you feel
and all that you love
and all that you hate
all you distrust,
all you save
and all thatyou give
and all that you deal
and all that you buy, beg, borrow or steal
and all you create
and all you destroy
and all that you do
and all that you say
and all that you eat
and everyone you meet
and all that you slight
and everyone you fight
and all that is now
and all that is gone
and all that's to come
and everything under the sun is in tune
but the sun is eclipsed by the moon.

tutto sembra in sintonia finchè la luce illumina e illude sulla visione delle cose ma...
ci vediamo sul lato oscuro della luna.


foto da www.deviantart.com

venerdì 13 agosto 2010

En el camino de Santiago de Compostela


è da Santiago che scrivo.
sono qui.
arrivata alla meta.
meta del cammino e ristoro dello spirito.
guardo questa gente e non so se provo invidia o disappunto.



chi arriva a piedi, chi in bici, chi come me, in macchina, ma chi arriva, e crede, si abbraccia, intona canti, si inginocchia e bacia la terra, nella grande piazza di Santiago de Compostela, meta del lungo pellegrinaggio verso le reliquie di san Giacomo.



non ho mai provato questa forma di appartenenza. vedo i girotondi, i cori di canti di chiesa e mi sento lontana. questa appartenenza non mi interessa, non è mia, ne cerco altre.
penso a un percorso interno dell'anima e a un'espansione della propria coscienza -il dio interiore di Jodorowsky- più consoni al mio sviluppo interiore e credo anche che non sarei capace di trovare raccoglimento in me durante il cammino, nella fatica estenuante che sgombra il pensiero dalle cose inutili, dalle zavorre, dagli attaccamenti, dal possesso, dalla rabbia, dalla competizione.
non sono capace di astrazione, di trascendenza, sono dentro le cose, sono immanente, non so sempre guardare da fuori.
infatti guardo e osservo, ma non mi immedesimo.
ma sono qui, per qualche motivo sono qui.
la dissolvenza materiale e la liberazione dello spirito mi attraggono, mi incuriosiscono, mi ammaliano, ma, alla fine, non mi motivano.
è una mancanza. lo so.

y hora...yo soj Roja
¡hasta luego!