bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

sabato 6 novembre 2010

gigante d'argilla


http://browse.deviantart.com/?q=giant&order=9&offset=0#/d2l0zqo

caro gigante, sei un ragazzo, giovane, 25 anni, trainer di palestra.
l'ansia ti mangia a colazione pranzo e cena, e l'immagine carnivora ci sta proprio bene.
siamo abituati a pensare al problema del corpo come un'esclusività femminile ma, ormai, dati i tempi di sovraesposizione e consumo dell'immagine, anche gli uomini non si possono più sottrarre alla dura legge dell'anoressia.
l'anoressia maschile esiste, con un habitus diverso da quella femminile, ma esiste.
è vero, abbiamo perso anche questo primato, insieme a molti altri che facevano della femminilità un grande rifugio, un grande potere, una meravigliosa diversità. la donne acquisiscono penosamente l'aggressività maschile e gli uomini acquisiscono fragilità storicamente femminili.
la centralità e conseguente fragilità del corpo producono malessere in molti uomini, moltissimi, come in te, non immagini quanti: l'alimentazione incontrollata è quasi diventato un primato della mascolinità.
giganti d'argilla, ho letto in un libro, ed è un gran bel titolo direi.
bello, muscoloso, molto attento all'alimentazione, anzi direi ossessionato dall'alimentazione ma la tua visione allo specchio è distorta: come un'anoressica scheletrica che si vede sempre grassa, così ti vedi poco tonico, poco atletico, non erculeo come "dovresti". e questo è l'impring maschile, il volto maschile del problema anoressia.
l'allenamento è un dovere, una pratica che non ha più niente a che vedere con lo sport o il godimento della fatica fisica, è un rituale obbligatorio, è una dannazione alla quale non puoi più sottrarti. una competizione furibonda con i tuoi colleghi e magari anche con i tuoi clienti, un primato necessario a non sentire l'angoscia.
e chissà quanti sono come te, nella tua palestra, nella palestra vicino, nel condominio, al bar sotto casa.
per le donne il riconoscimento del proprio corpo e bellezza avvengono attraverso lo sguardo dell'altro. se mi guardi esisto, si, per quante donne è così. un riconoscimento che smette di essere condizionato dall'approvazione esterna solo quando la mente ottiene il primato sul corpo, a volte proppo tardi, a volte superata una certa età. oggi lo sguardo è onnipresente, lo cerchiamo e lo applichiamo, le immagini sono oggetto di consumo abituale. divoriamo immagini e ne siamo divorati. il corpo e la sua immagine sono diventati un aspetto quotidiano ossessivo e ossessionante della nostra esistenza. te ne sei  accorto, tu come tutti quanti noi.
qualcuno parla di società liquida, una società sciolta, slegata, liquefatta. senza legame con l'altro. qualcuno dice che questo è l'esito del declino della funzione paterna.
interessante.
per gli uomini il riconoscimento, fisico e di ruolo, avviene attraverso l'adesione al mondo del padre. l'identità sessuale dell'uomo non è biologica, non solo almeno, ma proprio identificativa.
vero, manca il padre patriarca e si afferma il padre affettivo partecipe, empatico e il figlio fatica a trovare il ruolo di maschio. si maschio, hai capito bene cosa intendo. la figura del padre è sempre stata normativa, da la misura delle cose, ne segna il confine, il limite invalicabile, segna la legge e il suo ordinamento. per separarsi dal padre normativo e prescrittivo, dopo averlo riconosciuto, bisogna ucciderlo, simbolicamente. mai letto di keith richards che si fuma le ceneri del padre cremato? ecco, quello è mangiare dio, quello è uccidere il padre e divorarlo, e non solo in termini simbolici direi! uccidere un padre morbido e accogliente, come una madre, non è facile e nemmeno desiderabile. lo sai bene di cosa sto parlando, tuo padre è una persona dolce e remissiva, tenera e accogliente. di norme e regole da lui ne sono arrivate poche, di divieti e dissensi ancora meno. tuo padre ti vuole bene e ti accoglie come spetterebbe a una madre. tu non lo puoi simbolicamente uccidere ed ecco cha arriva la tua confusione. quali sono i confini del mio io e soprattutto del mio corpo? che corpo è questo, come manifesta la sua mascolinità e la sua forza? forse ci prova tramite l'apparenza di un corpo perfetto, un corpo al quale dedicare tutte le energie, le attenzioni, i sacrifici, ci prova ma non ci riesce , alla fine sei esausto, ansioso, anche angosciato. qualcosa veramente non va in questa tua relazione con te estesso, manca un pezzo.
è così, padri e figli non sono più mondi separati, tutti davanti alla play, tutti accomunati, padri bambini che non vogliono crescere e si perdono dietro alle ventenni, si le ventenni che piacciono a te.
per crescere, gli uomini, i maschi, tu, hanno bisogno del conflitto paterno, della ribellione, dei vai affanculo stronzo, ma se la sfida non è più con tuo padre allora la ingaggi con il tuo corpo. quel corpo senza marchiatura, senza identità. quello è l'oggetto del tuo conflitto. scomparsi i riti di passaggio all'interno della famiglia, quelli di identificazione prima e quelli conflittuali adolescenziali dopo, i riti si ripropongono nel gruppo ma con modalità assai differenti...bullismo branco piercing depilazione tatuaggi. atti identificativi del gruppo, sostituivi di atti identificativi paterni.
ed eccoci qui, il tuo desiderio perde di originalità e diventa mimentico. desideri ciò che gli altri desiderano, cosa è tuo e cosa è degli altri? dov'è, appunto, la tua identità?
ed ecco le giornate passate a guardare i muscoli e la prestanza, l'iperattività fisica che nulla a più a che vedere con la sportività e le ore passate a inseguire una perfezione fisica, ecco l'alimentazione incontrollata che si alterna alla ricerca ossessiva del cibo giusto, talmente scrupolosa da evitare la pizza con gli amici.
ecco il pieno del corpo che annulla il vuoto, quel buco, il buco lasciato lì e che però non si colma mai.
ne parlo a te, ma non è questo che aiuta, ma soprattutto ne parlo a me, magari capisco e aiuta me.

http://browse.deviantart.com/?q=giant&order=9&offset=72#/d14xe1e

13 commenti:

Erotici Eretici ha detto...

Con questo post tocchi molti aspetti. Forse è un post dedicato, ad un lui oppure a te.Da lettrice vi sono considerazioni che non mi trovano del tutto daccordo, ma poichè vorrei poterti dire quali in particolare, mi è necessario un pò di tempo e diverse riletture.
Yin

Rossa ha detto...

va bene yin. ti aspetto.
non è dedicato a nessuno in particolare, è un tu generico. un tu per chi ci si ritrova, però è certamente per me nel senso che scrivendo spesso, davvero molto spesso, mi chiarisco le idee sulle questioni, questioni di mente e di malessere o benessere. e a volte anche dopo i commenti, mi chiarisco anche di più.

LEODEMONIO ha detto...

Con i figli non si sa mai che pesci prendere...
Il post però inizialmente mi sembrava avere una piega diversa.
Pensavo che l'ansia per la forma fisica fosse un condizionamento della società e non una mancanza di conflitto con il proprio padre.

Rossa ha detto...

questa società ha il suo peso. lo spesso problema 50 anni fa avrebbe preso strade diverse. questa è la società dell'immagine e di immagine soffriamo e periamo.
è la mancanza di identificazione con il ruolo maschile del padre che viene a mancare. il conflitto è un meccanismo necessario di crescita, tutti gli adolescenti lo esperiscono.

Blog Surfer ha detto...

interessantissimo. Io non condivido questo legame/confronto con la figura paterna anche se i risultati sono proprio quelli che tu elenchi. In realta',almeno per quanto riguarda la ricerca del fisico perfetto, e' un esasperazione di molti (falsi) miti USA degli anni '80 che volevano combattere l'eccessivo aumento di persone grasse. E' altrsi vero' che il confronto con la figura paterna puo' generre altre tipologie di "mostri" ... argomento sicuramente da approfondire.

Rossa ha detto...

ciao surfer. questa è un'interpretazione psicoanalitica, non è verità assoluta ovviamente ma ha una sua consequanzialità. è una possibile visione del problema, sul piano delle relazioni analiticamente fondanti la nostra vita. e società. tempo non si tratti dei miti anni 80, temo si tratti dell'odierna società liquida dell'immagine e che non si tratti solo di grasso o magro, ma molto di più: l'immagine sostituisce la realtà. molto ma molto di più, secondo me.
ciao e grazie della visita

enzo ha detto...

Nelle tue parole ho riconosciuto molte persone che incontro per caso, alla Coop o al benzinaio. Si guardano continuamente, attentissimi al loro apparire, talmente concentrati in ciò da dimenticarsi chi sono.
Uomini artatamente forti, falsamente virili, profumati, imbellettati, tatuati. Tutti uguali.
Meno male mia figlia è femmina, ho speranze.
Ciao Rossa, ci delucidi e ti ringratto per ciò.

Rossa ha detto...

ahh enzo, tua figlia e' femmina...non penserai di essertela cavata cosi'!! dai ce n'e' per tutti, i figli sono una grande palestra di cuore anima e pazienza.
per il resto accarezzi il mio ego, che gongola, ti ringrazio anche io...

Diario Supernova ha detto...

Perché ci vedo la perenne voglia di molte donne di dire ad un uomo come deve essere? Ti cambierò, sarai migliore di così etc.

Rossa ha detto...

in effetti me lo domando anch'io perchè? non ho scritto niente di tutto ciò. la scrivente è donna ma potrebbe essere maschio in questo post, il soggetto è maschio ma potrebbe essere femmina. la mia è una descrizione fenomenologica in trrmini "psico" di un problema personale e sociale di rilevanza clinica. non propongo soluzioni, analizzo il problema, non giudico, non guarisco nessuno. non c'è nessun riferimento a una questione personale del tipo il maschio va curato in quanto fragile di mente da me femmina capace di tutto. veramente niente di più lontano da me.

a presto
Rossa

Diario Supernova ha detto...

Forse il problema è solo mio dato che ci ho visto qualcosa che non è. Eppure non sono misogino, anzi.

Rossa ha detto...

magari però sei prevenuto. anche se non misogino. pensando alle donne che voglio cambiare gli uomini alla prima lettura hai pre-stabilito che qui ci fosse un'indicazione alla cura dell'uomo malato. ma qui c'è l'uomo malato di anoressia, non malato di mascolinità. ammesso che sia una malattia e non lo penso. magari anche tu pensi di cambiare le donne, di farle migliori, magari...e questo crea una camera di pregiudizio nella testa.
chissà...

passo a trovarti presto, promesso.

Diario Supernova ha detto...

no io non sono prevenuto, ma per esperienza ho ricavato questo minimo comun denominatore. E no, io non voglio cambiare nessuna donna, le accetto così come sono, pacchetto completo, con tutte le loro manie ansie, depressioni, fobie. Anzi più sono così e più ne sono rassicurato!