bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 28 febbraio 2011

Croma- BLU (a grande richiesta)

in verità veniva prima il verde.
ma, come risulta chiaro, il blu piace sopra ogni altro colore.
Christian Hartmann
"Nonostante si pensi spesso il contrario, nei colori non c’è nulla d’universale. La loro percezione, il loro uso e la loro simbologia cambiano in funzione dei luoghi, dei tempi, delle società e delle culture." ( Pastoureau)
Ahamad Masood
Steve McCurry
David Alan Harvey

il colore più amato è infatti sempre lo stesso dalla fine del diciannovesimo secolo.  in Europa, metà
della popolazione preferisce il blu, mentre il colore meno amato è il giallo. nonostante i cambiamenti
sociali e tecnologici, i gusti evolvono molto lentamente proprio perché i colori sono innanzitutto
delle categorie astratte. per spiegare la prevalenza nel mondo occidentale delle tonalità più
scure, Pastoureau, autore di Croma, ricorda che per molto tempo i colori considerati più belli erano quelli importati da lontano, ad esempio dall’Asia. erano quindi costosi e da usare con parsimonia in circostanze e luoghi eccezionali, come i palazzi e le chiese. dominava l’idea che i colori fossero troppo belli perché se ne potesse abusare. il timore che utilizzandoli troppo si finisse per svilirli e banalizzarli ha forgiato il nostro immaginario cromatico.

Lalo de Almeida

Ecocepts international

ho letto che il blu tende a diventare consensuale. la maggior parte dei grandi organismi lo ha adottato come emblema, l'ONU, l'Unesco, il consiglio d"europa, l'unione europea, per dirne alcuni.

è il colore del consenso, è un colore di pace, come ci ricordano i caschi blu dell'ONU.

Stuart Price
la simbologia gli attribuisce molte virtu': lealta', fedelta', saggezza. piu' tardi il protestantesimo gli affido' un valore morale, cone il bianco e il nero. i poeti e gli artisti del periodo romantico gli conferirono il valore della malinconia, del sogno.
il nostro blues...viene da li'.
come anche la maternity blue...la tristezza post partum.

sabato 26 febbraio 2011

trasparenze come vetro


aria di vetro.
qui c'e' un vetro e sono dentro. sono dietro.
aria scura, sfumata, disegnata.
un fiore di metallo segna il limite del vetro smerigliato, ne conforma la funzione.
la trasparenza e' incompleta, l'opacita' e' parziale.

nemmeno io sono completa ma frammentata, sono dentro ma mi penso fuori.
il vetro e' il mio confine, reale e immaginario.
vedo delle scale. forse posso uscire. forse posso andare.
forse possono entrare.




Entro nella torre delle mie paure,
chiudo la porta su quella oscura colpa,
sprango la porta, tutte le porte sprango.
Il sangue corre, mi rimbomba
nelle orecchie: il passo
della pantera è sulle scale,
ora la sento che sale, che sale.
il passo della pantera è sulle scale,
ora la sento che sale, che sale
(Sylvia Plath)


giovedì 24 febbraio 2011

termination shock


Il signor Glicorov è uno strano personaggio.
è macedone.
si occupa di arte contemporanea.
esprime con una certa forza e determinazione visiva le proprie convinzioni.
costruisce immagini aberranti e spaventose in modo sensazionale.
vi consiglio di curiosare tra le sue opere d'arte...tipo questa


nella mostra allestita al PAC di Milano in verità non ci sono momenti shock nel senso usuale del termine, nè effetti strong.
c'è una specie di narrazione, breve ma efficace, sull'inganno.
inganno percettivo, visivo, illusione dell'immagine che poi diventa, però, stile di vita contemporaneo.
Termination shock 03 è un termine ripreso dalla terminologia astronomica per indicare una zona dell'atmosfera  ricca di scontri tra particelle, ripreso da Gligorov per sollevare domande inevase e interrogativi inaspettati sulla realtà, i rapporti tra immaginario e realtà, il potere mediatico e le rappresentazioni mentali che sostituiscono il reale.
lo shock e' un trauma, un incidente, un'interruzione, uno stato mentale, un'emozione improvvisa e violenta, una reazione organica indotta da uno stimolo esterno, confusione. ma oggi shock è anche altro: una "news", un'ultima ora, un effetto speciale. e da qui si puo' partire per un ripensamento della società mediale.
alla mostra ci sono questi allestimenti:
c'e' una piscina che si guarda in verticale, uno scherzo, una costruzione in cui le proporzioni reali vacillano, un ricordo tascabile...ogni cosa puo' essere riprodotta, anche gli anfratti della memoria?

c'e' una colomba che si libra su un pavimento nero, lucido, splendente. attenzione...e' vino. vino misto a solventi che ne riducono l'odore. se ci soffi sopra te ne accorgi, ma l'inganno visivo e' assoluto...attenzione a non camminarci sopra. un pavimento, solitamente solido che ci sostiene, di vino, che evapora ogni giorno, emblema dell'inconsistenza.
c'e' un cubo costruito con 160.000 mollette e una luce che viene dall'interno. le mollette non creano uno spazio pieno, la luce filtra e si vede da fuori, attraverso i canali creati dalle costruzioni metodiche delle mollette infilate le une sulle altre, in modo regolare. l'effetto e' di una forza mistica, aliena o cristiana o musulmana, caduta sulla terra a portare chissa' quale messaggio. ma sono solo mollette..
c'e' un intero spazio abitato da divani tappetti tavoli sedie palle piante persone pianoforti e vasi di fiori. sembrano appoggiati u un pavimento lucido, sono chiari i riflessi. invece...e' tutto doppio. avvicinandosi e' evidente che ogni oggetto e' appoggiato su un oggetto identico, rovesciato. vi assicuro che passandoci, senza saperlo, non si vede.
c'e' una coda, al piano superiore, gente che aspetta di entrare in una porta luminosa sul fondo, la coda a una mostra, a un cinema, a un evento. arrivi dalle scale e pensi...anche qui... eppure non c'era nessuno. ti metti in coda...ma...sono manichini. effetto immediato ingannevole verosimile e reversibile. la simulazione di una coda.

e' un gioco di lusso, una provocazione di carton gesso, e' l'illuminazione di una mezz'ora, ma qualche riflessione sul tempo dell'inganno, sulla sensazionalita' che sostituisce la concretezza, sull'immagine mediatica che si infiltra nelle esistenze fino a diventare reale, sulla moda della cultura che si ferma all'apparenza  e alla posa, qualche riflessione, anche in questo cervello contemporaneo e inquinato che scrive, si e' insinuata.

domenica 20 febbraio 2011

Croma - ROSSO

"Se ci chiedessero “Che cosa significano le parole ‘rosso’, ‘blu’, ‘nero’, ‘bianco’?” potremmo di certo indicare immediatamente degli oggetti di tali colori, – ma la nostra capacità di spiegare i significati di queste parole non si spinge oltre." Ludwig Wittgenstein

Steve McCurry
Steve McCurry

"Il rosso è il colore per eccellenza, il colore archetipo. In molte lingue questa parola significa rosso e colorato. In altre, c'è sinonimia tra rosso e bello. In altre ancora tra rosso e ricco. Rosso è il più fortemente connotato tra tutti i termini di colore, più ancora del  nero e del bianco.
...
Il rosso è il colore della collera, del sangue, della trasgressione, dell’eros, ma contemporaneamente è il colore dell’amore, della festa, del potere, della bellezza." (M. Pastoureau, Croma)

Dennis Stock
Nir Elias
Steve McCurry

viaggio un po' tra i colori, è un mondo che non appartiene alla parola.
guardo e scelgo su questo bellissimo libro, insieme a chi amo, insieme a chi mi prende per mano, la mattina del sabato, appena sveglia.

venerdì 18 febbraio 2011

Dipingo una sonata..

Se tu sapessi che piacere quando, con testardaggine, pazzia, dimenticando tutto, senza la minima consapevolezza, senza prendere fiato, mi metto a dipingere.
Konstantinas Ciurlionis.
artista lituano, vissuto tra il 1875 e il 1911, pittore e musicista, decisamente poco conosciuto.
io, la sua conoscenza, si fa per dire, l'ho fatta alla mostra di Milano a Palazzo Reale.
sono stata spinta a fare un giro tra i suoi quadri dai colori eterei e dal soggetto angelico del dipinto scelti per la locandina di presentazione della mostra.
questa.
chi è? 
di fatto, a parte le notizie che ho rapidamente scorso, chi sia questo autore continuo a non saperlo.

diciamo che per scelta ho soprattutto guardato i quadri e letto il meno possibile sull'interpretazione dell'autore da parte dei curatori della mostra.
però l'esposizione era costellata dei suoi pensieri e citazioni e sono rimasta colpita dalla sue affermazioni in tema di pittura e ispirazione.

Provo molto piacere. Tutto va come sempre: il sole si alza, il grano matura, la gente parla e passeggia, mentre i campi, i prati, le colline sono tutti in fiore, gli uccellini cantano, la primavera è dappertutto, è molto bello; io invece non so niente, dipingo soltanto.



Vorrei scrivere una sinfonia sul mormorio delle onde con il linguaggio segreto delle foreste millenarie, con il luccichio delle stelle, con le nostre canzoncine e con la mia tristezza infinita. Vorrei salire sulle vette più alte, irraggiungibili per i mortali, e creare con le stelle più belle una corona per la mia Zose
Mi alzo alle sette e anche prima, ho tanta voglia di dipingere che non riesco mai a smettere. Lavoro per dieci ore al giorno e anche più. Ma è un lavoro questo? Il tempo passa senza che io me ne accorga, e viaggio lontano, oltre gli orizzonti del mio mondo immaginario, che forse ha del miracoloso, ma nel quale sto bene

Ciurlionis è un disegnatore di universi.  
Ho l’intenzione di dipingere questa terra per tutta la vita o almeno sino a quando continuerò ad avere idee nuove. E’ la creazione del mondo, ma non come descritto nella nostra Bibbia, un altro mondo, fantastico.

quest'umo sembra dipingere la beatitudine attraverso una ricerca istintiva dell'altezza, tutto sempre converge verso il cielo, con sfumature così tenui e immaginifiche da far pensare appartenesse ad un altro mondo. ho anche pensato, leggendolo e guardandolo, che delirasse. delirasse in senso mistico di un mondo buono angelico e perfetto, un mondo costruito su emozioni musicali -era anche un musicista- evocando una simbologia archetipica junghiana.
sembrerebbe l'uomo più felice sereno ed appagato della terra, ma non di questa terra. non è questa terra infatti che dipinge, ma una sua rappesentazione ideale, incorporea, una rappresentazione mentale, forse sognata, forse delirata, forse immaginata nello stato onirico della coscienza.
mi fa pensare a un mondo dal quale tutti proveniamo, un archivio della memoria storica dell'umanità, una folgorazione archetipica., una fiaba primordiale, un'idolatria antica di simbolismi naturali.

si, a questo ho pensato osservandolo, a un delirio mistico e ascetico, all'attraversamento di un oceano senza spazio e senza tempo, all'approdo a una terra alla quale apparteniamo visceralmente.

giovedì 17 febbraio 2011

vedessi il dito del mio cuore che ti indica strade sconosciute

è disarmante il contrasto tra la complessità della sua psiche e la linearità del suo volto.
gli ho detto che vorrei che vestisse semplicemente un golf con la camicia la prossima volta, perchè penso stia meglio se spogliato del rigore aristocratico del gentiluomo.
per sentire la vicinanza e andare oltre gli "ooohhh".


Vedessi il volto della mia anima
quando ti vedo e tremo
e diventa foglia d'ascolto.


Vedessi il dito del mio cuore
che ti indica strade sconosciute.


Vedessi il mio amore
che è tenero figlio
che cresce senza padre
(Alda Merini)

domenica 13 febbraio 2011

Vollmond - la luna piena di Pina Bausch


si c'e' molta acqua in Vollmond di Pina Bausch.
moltissima acqua.
e gia' questa e' una scelta scenografica d'effetto.
ma non e' la scelta conclusiva, ne' decisiva, ne' portante.
questo spettacolo di teatro danza si sviluppa su un'idea, un pensiero, un'ispirazione molto forti, molto potenti e molto persuasivi.
qui la danza parla. oltra a mostrare dice. racconta il mondo dei rapporti, con umorismo commozione allegria e malinconia, tra l'uomo e la donna.
in fondo, e ha profondamente ragione, Pina Bausch mi ha detto una cosa: questo e' tutto. tutto si svolge qui, tutta la nostra vita si svolge qui, in questo luogo, in questi gesti, avvicinamenti e distanziamenti, rivalse, domini, scaramucce, dolori, sofferenze, schermaglie, seduzioni, sottomissioni, paure e debolezze. tutto e' qui, nella relazione tra un uomo e una donna.


sara' perche' ci credo anch'io che questo spettacolo mi ha convinta e commossa. perche' ho creduto a Pina Bausch e a cio' che mi ha raccontato e ho percepito lo spettacolo come una cosa mia. la mia identificazione e' stata totale. quei corpi erano il mio, io sentivo come sentivano loro.


credo nelle debolezze femminili, nelle sottomissioni maschili, nelle contradditorietà muliebre, nell'acidita' delle donne, nelle nevrosi femminili, nell'eterno giocare maschile, nella saggezza delle rughe, nella seduttivita' esasperata, e nella bellezza seducente, nell'inutilità delle maschere, nell'immediatezza dell'autenticita', nella commozione dell'onesta' sentimentale, nel dominio dell'amore su qualsiasi altra nostra convinzione.

tutto questo in un balletto?
si.
"io sono giovane, le mie orecchie ascoltano promesse, la mia mente e' potenza, i miei occhi vedono sogni, i miei pensieri volano altissimi. sono giovane e sono bella"..lo dice la ballerina ballando parlando gesticolando attuando abbracci e restituendo piccoli soprusi.

il corpo parla e racconta. le parole sottolineano e muovono il riso o il pianto, l'acqua scorre a fiumi in, sottile e poi torrenziale, in una notte di luna piena su un meteorite che sconvolge gli equlibri e lascia fluire tutto come in un fiume in piena.
l'acqua scorre e alla fine libera tutti. e tutto si libera.
i corpi maschili esprimono potenza, forza, espansivita', i corpi femminili sinuosita', densita', fragilita'.
gli uomini usano i muscoli. le donne i capelli.
non potete immaginare la bellezza di quei capelli lunghi -e' imperativa la potenza seduttiva dei capelli lunghi delle donne, sono strumenti di sovranita' erotica e di definizione dello spazio femmineo- immersi nell'aqua e poi lanciati nell'aria a disegnare cerchi d'acqua carichi di riflessi di luce, a prolungare all'infinito una scia di corporeita' femminile.
sfido chiunque abbia partecipato alla rappresentazione a non aver sentito fortisimo e impellente il bisogno di salire su quel palco e bagnarsi infradiciarsi lasciare andare tutto mollare le tensioni fino all'esaurimento delle forze scagliare l'acqua con i secchi e buttarsi tuffarsi urlare gridare e alla fine sentirsi cosi' stanchi da svenire.
dovevate vedere le facce dei ballerini, alla fine.
stremati, svuotati, tutta l'acqua del mondo e' passata attraverso di loro, quella sera.
e tutte le sere della loro vita in cui balleranno cosi'.


"La fragilita'? E' tutto  quello che abbiamo"
Pina Bausch

giovedì 10 febbraio 2011

"sto morendo sulla grandiosità di un fiume che è rosso di desiderio"



porta il nome di un fiore, ha poco più di 30 anni, è piccola di statura, anche più piccola di me, minuta, capelli neri, corvini, occhi neri, quasi bui, vestita di nero, sempre, dico sempre veramente sempre, ogni volta che l'ho visitata in questi ultimi 5 anni.
qualcuno alla prima diagnosi le ha affibiato un disturbo di personalità borderline, capita spesso ai caratteri riottosi, ribelli, insofferenti, sregolati, e provocatori.
questo fiore è certamente inusuale, un fiore nel deserto, una personalità forte, a tratti sicuramente dissidente e irriverente, ha un passato di grande sofferenza. ha avuto una relazione amorosa con una persona psichicamente molto disturbata, la sua fragilità è entrata in risonanza con il delirio dell'altro...il risultato è stato esplosivo, una relazione che ha fatto danni fisici e mentali, tentativi di suicidio, ricoveri ospedalieri in psichiatria, intere giornate passate al pronto soccorso psichiatrico, e separazioni laceranti, urticanti.
ma questo è passato. il fiore si è ripreso, e anche molto bene, ha tirato fuori le sue risorse, la sua gioia di vivere, la sua creatività, ed è tornato florido e profumato.
ma.
il fiore ha un problema molto più serio di una diagnosi psichiatrica affrettata.
il piccolo fiore notturno dark ha il cancro.
tumore alla mammella. da quando ha 25 anni.
una familiarità tumorale impressionante, una corte di parenti prossimi deceduti per patologia tumorale, un destino segnato sui geni, stampato a fuoco, impresso indelebilmente, a volte non c'è scampo, veramente.
alla prima manifestazione sono seguiti tutti i provvedimenti del caso, il fiore ha perso il lavoro e si è curata, per oltre un anno.
ma.
recidiva. a un controllo di routine la radiografia del suo scheletro è una mappa di macchie chiare e dense.
metastasi ossee disseminate. e questo dice una cosa sola. che la bestia non si è fermata e non si fermerà più.
dolori, schiena spezzata, notti insonni, chemioterapia che la piega, e la piaga, ancora più della sua malattia.
e la disgrazia di una famiglia assolutamente incapace di contenere l'angoscia. di sostenerla e di appoggiarla. immaginate una madre già fortemente ansiosa, oppressiva, ossessionante, controllante dal momento della nascita che deve fare i conti, a un certo punto della vita sua e di sua figlia, con il cancro. come si fa a mantenere la calma? non si mantiene, per niente, e tutto esplode con manifestazioni di discontrollo emotivo che rendono il quadro ancora più ingestibile.
ma.
ciò che non sapete del fiore blu notte è che possiede una lucidità, un coraggio e una riflessività che fanno scalpore ancora di più del suo cancro onnivoro, ancora di più delle sue metastasi fluorescenti.
raramente ho incontrato tanta determinazione e metodicità speculativa. senza sbavature, senza vittimismo, senza pietismo. fermezza e risolutezza interiori.
il fiore crepuscolare ha preso una decisione: questa malattia non si ferma, al massimo può sopravvivere, malamente, malata, torturata, assediata dalla farmacologia oncologica, per qualche anno in più. senza terapia saranno solo sei mesi, sarà un anno e mezzo, ma questo tempo sarà un tempo senza trattamenti nè ospedali, un tempo libero,un tempo per sè, un tempo per prepararsi, un tempo senza scampo e per questo di un'intensità inaudita.
i petali serotini hanno deciso: NON SI CURA PIU'.
i colloqui con lei mi lasciano sempre stremata, è dura mantenere l'empatia e la complicità con l'ineluttabilità della lucidità estrema. alla fine dei nostri confronti spesso mi sono trovata a tremare, ma più passa il tempo e più entro in sintonia e più riesco a sostenerla nella sua decisione. una decisione che merita un rispetto assoluto, un'ammirazione totale, una grandissima stima.
ma.
Flora è sola. completamente sola. diciamo che Flora ha solo me. il resto del mondo è contro. la madre è svenuta alla sua decisione, il padre l'ha insultata. la sorella è scappata. una famiglia che andrebbe presa in carico in toto dai servizi psichiatrici, sostenuta aiutata a capire comprendere e rispettare questa decisione. al contrario la famiglia osteggia, la famiglia ricatta, la famiglia prende decisioni alle sue spalle. la madre si presenta a casa con le pezze intrise di acqua santa, potesse esorcizzare la figlia lo farebbe volentieri. la famiglia preme perchè io curi la malata di mente, insana, pazza, irresponsabile Flora. Flora, mi dicono, è depressa, Flora è fuori di testa, Flora va ricoverta, Flora va "internata".
ma la parte peggiore, perchè che la famiglia non regga ci può anche stare, anzi è comprensibile, la fanno i medici. un medico italiano, europeo, occidentale, industriale, commerciale, consumista, onnipresente e onnipotente pensa che la medicina sia cura ad oltranza. paradossalmente il medico è la persona meno preparata alla morte che ci sia. paradossalmente la possibilità di curare la malattia consegna al medico la presunzione di vincere la morte. medicina è trattamento ad ogni costo.
Flora è sola, ricattata in ospedale da medici ottusi, medici che insistono, medici che si indignano, medici che si arrabbiano riuniti in conclave con l'imputata eretica a giudizio. che non la ascoltano, che non la vedono, che non la guardano, che la giudicano, che non colgono l'immensa gioia di vivere di questa ragazza che chiede di poter vivere ciò che le resta, di arrivare malata alla sua morte senza false aspettative, che non vuole arrivare martoriata alla sua morte ma serena, consapevole e non falsamente sanata dalla chemioterapia.
Flora chiede di poter scegliere per se stessa in piena e totale comprensione del suo mondo interiore e del mondo che la circonda.

andrebbe solo rispettata.
invece viene isolata.
che medicina è questa?




sabato 5 febbraio 2011

Dalla cenere io rinvengo, e con le mie rosse chiome, divoro uomini come aria di vento.

le donne.
le donne quando patiscono per amore.
le donne quando sono gelose.
le donne quando scrivono in poesia.
le donne introiettano.
le donne sanguinano.
le donne esorbitano.
le donne protestano.
le donne esagerano.
raramente ironizzano.
però, strepitose 'ste donne, uniche, anche quando soffrono.



Ascolta
Else Lasker-Schüler

Io mi prendo nelle notti
Le rose della tua bocca
Che nessun’altra ci beva.

Quella che ti abbraccia
Mi deruba dei miei brividi
Che intorno al tuo corpo io dipinsi.

Io sono il tuo ciglio di strada.
Quella che ti sfiora
Precipita.

Senti il mio vivere
Dovunque
come orlo lontano?


Al mio amante che torna da sua moglie
Anne Sexton

Lei è tutta là.
Per te con maestria fu fusa e fu colata,
per te forgiata fin dalla tua infanzia,
con le tue cento biglie predilette fu costruita.

Lei è sempre stata là, mio caro.
Infatti è deliziosa.
Fuochi d'artificio in un febbraio uggioso
e concreta come pentola di ghisa.

Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.

Lei è molto di più. Lei ti è dovuta,
t'incrementa le crescite usuali e tropicali.
Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.
S'occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,

ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,
s'è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,
ha esposto tre bambini al plenilunio,
tre puttini disegnati da Michelangelo,

l'ha fatto a gambe spalancate
nei mesi faticosi alla cappella.
Se dai un'occhiata, i bambini sono lassù
sospesi alla volta come delicati palloncini.

Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,
e loro tutt'e tre a testa bassa,
piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,
e la sua faccia avvampa neniando il loro
poco sonno.

Ti restituisco il cuore.
Ti do libero accesso:

al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,
alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,
e alla sua ferita sepolta
- alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa -

al pallido bagliore tremolante sotto le costole,
al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso
sinistro,
alle sue ginocchia materne, alle calze,
alla giarrettiera - per il richiamo -

lo strano richiamo
quando annaspi tra braccia e poppe
e dai uno strattone al suo nastro arancione
rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.

Lei è così nuda, è unica.
È la somma di te e dei tuoi sogni.
Montala come un monumento, gradino per gradino.
lei è solida.

Quanto a me, io sono un acquerello.
Mi dissolvo.


La rivale
Sylvia Plath 

Se sorridesse, la luna somiglierebbe a te.
Tu fai lo stesso effetto:
Di un qualcosa di bello ma che annichilisce.
Tutti e due siete dei grandi scroccatori.
La sua bocca a O si accora sul mondo; la tua

Non fa una piega, tu pietrifichi ogni cosa.
Guardo, c'è un mausoleo; eccoti qui che picchietti
Il marmo del tavolino, cerchi le sigarette,
Sprezzante come una donna, ma non così nervoso,
e muori dalla voglia di dire impertinenze.

Anche la luna i suoi sudditi umilia,
Ma di giorno è ridicola.
I tuoi malumori, d'altra parte,
Arrivano per posta amorosamente regolari,
Bianchi e vani, espansivi come il gas.

Non c'è un giorno al riparo da notizie di te,
Magari a spasso in Africa, ma pensando a me.


La vita sognata
Antonia Pozzi

Chi mi parla non sa
che io ho vissuto un'altra vita -
come chi dica
una fiaba
o una parabola santa.

Perchè tu eri
la purità mia,
tu cui un'onda bianca
di tristezza cadeva sul volto
se ti chiamavano con labbra impure,
tu cui lacrime dolci
correvano nel profondo degli occhi
se guardavano in alto -
e così ti parevo più bella.

O velo
tu - della mia giovinezza,
mia veste chiara,
verità svanita -
o nodo
lucente - di tutta una vita
che fu sognata - forse -
oh, per averti sognata,
mia vita cara,
benedico i giorni che restano -
il ramo morto di tutti i giorni che restano,
che servono
per piangere te.




"La scrittura resta: va sola per il mondo"
Sylvia Plath