bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 10 aprile 2011

big cities and mental health

intanto a milano c'è un luogo che si chiama la casa dell'energia.
scopro che nasce da un’idea AEM, la società energetica milanese, che ha fondato questo centro permanente di comunicazione dedicato all’energia.
direi che il nome porta in sè una promessa di vita, di vitalità.
struttura moderna, molto attrezzata, avveniristica, oggi sede di un piccolo convegno milanese di psichiatria: big cities and mental health.
un convegno che ha, in verita', poco da dire, e, se dice, dice in linea di massima cose scontate, se dice fa elenchi di strutture e prestazioni sanitarie.
se dice qualcosa lo fa per bocca di uno psichiatra indiano, Dinesh Bughra, che almeno, oltre agli elenchi, dice, e dice citando Marmot: "Lungo il percorso della metropolitana che attraversa Washington, dai quartieri poveri e neri a sud-est della città fino alla ricca e bianca contea di Montgomery, si guadagna un anno e mezzo di vita ogni miglio percorso; per un totale, ai due estremi della linea, di vent'anni di differenza nella speranza di vita. In altre parole, secondo il quartiere in cui si vive e le risorse economiche e culturali di cui si dispone, l'arco dell'esistenza nella capitale degli Stati Uniti varia da 53-58 anni a 73-78"(M. Marmot Status Syndrome, JAMA 2006)
se dice lo fa per bocca dei sociologi, soprattutto Alfredo Alietti, che presenta scenari urbani con spirito osservativo, narrando la nostra società senza qualità -parafrasando Musil- e l'intermittenza della cittadinanza sociale.
un convegno allietato dall'improvvisa comparsa della Moratti, ...bravi bravi complimenti a voi che parlate di depressione nelle grandi citta' (non si parla affatto di depressione) io me ne sono occupata con i CUSTODI DI QUARTIERE... Splendida, entra scortata da 10 burattini in divisa, fa la sua propaganda interrompendo la presentazione del mio esimio primario e se ne va, lasciando la scia del suo profumo. splendore dell'aura pre elettorale.
ma chissenefrega, alcune considerazioni le penso e le dico io, ho visto e sentito angolature curiose altrimenti a me sconosciute e mi sono portata a casa il mio piccolo bottino, egualmente.
lo spazio dell'energia si avvale di sale espositive, appena rinnovate di un look moderno all'avanguardia, e, per l'accasione, espone quadri di un signor pittore di nome Carlo Cane, che scopro, nell'indifferenza totale dei miei colleghi, durante il coffee break, pausa caffe' per gli italiani, assaggiando pain au chocolat (pane al cioccolato o giu' di li') caldi, fumanti, irresistibili.
ecco , Carlo Cane rappresenta le Big Cities, ecco l'attinenza al tema del convegno, e lo fa in un modo che mi ha colpito da subito.
guardate.





le trovo fantastiche e fantasmatiche, queste città, un po' Blade Runner, un po' Matrix, un po' Brazil, come delle Metropolis alla Friz Lang dei nostri tempi. insomma mi piacciono un mondo.

mentre ascolto mi colpisce, nel marasma degli elenchi, la ricorrenza delle parole attinenti alle problematicità (eccone una!) dell'urbanità patologica.
urbanizzazione
ruralizzazione
settorializzazione
specializzazione
posizionamento
segregazione
separazione
aggregazione
isolamento
disintegrazione
contestualizzazione
migrazione
istituzione
acculturamento
selezione
inquinamento
soffocamento
deprivazione
accessibilità
multiculturalismo
traduzione
interpretazione
frammentazione
marginalità
criticità
problematicità
disabilità
precarietà

ogni professione parla il suo linguaggio, e questo in fondo non è poi univocamente psichiatrico, è certamente orientato all'"urbanesimo" dei giorni nostri.
il linguaggio sociologico mi ha certamente conquistata di più, con le sue riflessioni sulla società senza benessere sociale, sull'individualismo, elemento fondante della società occidentale, che, alla sua esasperazione attuale, ha condotto all'eclissi del sociale. la solidarietà è scomparsa, l'unico elemento di condivisione tra individui è il consumismo, peraltro orientato solo in senso performante, coltivato nei centri commerciali. la cultura terapeutica, che fa uso sfrenato di manuali per ogni cosa e delega all'esperto ogni decisione, ha sostituito la cultura dei rapporti sociali. Il counselling spinto, osceno, ha sostituito la comunicazione tra soggetti ed è un indicatore inequivocabile dell'individuo "insufficiente", ovvero un individiuo che fonda il suo vivere sulla presunta libertà individuale svincolata da ogni legame con l'altro, relegata alla scrittura della propria biografia, solamente.
le città diventano arcipelaghi, strutture a mosaico. dopo aver rinunciato al welfare state, ai principi universalistici, alla rappresentanze sociali, la città si ritira nel privato: i super ricchi si barricano in comunità chiuse, fortificate autosufficienti e sorvegliate, i super poveri si autosegregano in quartieri fantasma con elevatissima concentrazione di disagio sociale.
gli uomini soffrono, le città anche.
L'homo sapiens è un cacciatore-assassino i cui appetiti depravati, che un tempo gli consentivano di sopravvivere, sono stati corretti. E' stato parzialmente riabilitato in una prigione aperta, le prime società agricole, e adesso si ritrova in libertà vigilata nei sobborghi perbene della città-stato.
Gli impulsi devianti codificati nel suo sistema nervoso centrale sono stati spenti. Non è più in grado di fare del male, nè a se stesso nè a chiunque altro. Ma la natura, in modo molto sensato, lo ha dotato del gusto della crudeltà e di un'intensa curiosità per il dolore e la morte. Senza di loro, è intrappolato in un eterno pomeriggio nei centri commerciali dell'infinita mediocrità. Noi abbiamo il compito di resuscitarlo, di restituirgli il suo occhio assassino e i suoi sogni di morte. Insieme gli hanno permesso di dominare questo pianeta.
(JG Ballard: Super-Cannes)


6 commenti:

ecudiélle ha detto...

il miglior "narratore" delle connessioni logiche e politiche tra quelle città, quelle parole, quelle malattie sociali o individuali è secondo me, foucault (anche se dal tuo reportage si evince la confusione, non tua, ma loro)

ne ha scritto in modo interessante anche gianfranco bettin nel libro su pietro maso e sulla società e città che l'aveva cullato.

(non chiedermi come sono arrivata qui)

Rossa ha detto...

(no non te lo chiedo, ma almeno qualcuno e' venuto a commentare questo post e, continuo a non chiedertelo, sono contenta). di foucault non ho letto nulla, nemmeno di bettin, ma e' anche vero che spesso scrivo di non aver letto di questo o quell'autore che citano i lettori del mio blog. la mia lista di cose non lette e' diventata lunghissima! io confusa lo sono di prassi, quindi va benone, ma non ho capito la "loro" confusione a chi faccia riferimeno.
ciao ecudielle, grazie della vista..

ecudiélle ha detto...

loro quelli del convegno che descrivi come un frullato con i pezzi.
ma io pure leggo poco e solo quello che mi piace (anche se il lavoro richiederebbe che ecc ecc)

ciao rossa

enzo ha detto...

Si parte dall'energia e arriva la moratti, quasi un ossimoro :)

Impressionante lo studio del Dr. Bughra, sembra che stia parlando di un altro dove.

Molto belli i quadri di Carlo Cane, opere veramente belle, insolite e bladerunneriane (e anche Langhiane, si!), un po' inquietanti, e d'altro canto come non essere inquietanti nel rappresentare il futuro?
Uno specchio futurista della città che verrà, sento già freddo e vedo solitudine.

E poi le parole.
Ascolto tonnellate di parole inutilizzate, de-utilizzate, ipoutilizzate, strausate, inutilmente alitate esclusivamente per i propri orecchi, non importa che qualcuno ascolti. Un abuso continuo di luoghi comuni soffoca i media, parole come governance o step by step, oppure il povero latino, utilizzato dal politico o dal giornalista, bipartisan, letto anche all'americana: baipartisan. E gli sfondoni e le citazioni sbagliate: se non ci fosse da ridere potremmo piangere.
Fuffa, fuffa, fuffa inutile per rincretinire i cretini plaudenti.
Come diceva Nanni Moretti? "Ma come parliii!!! Le parole sono importanti!!"
Aveva ragione.
E gli uomini, nelle città, sono sempre più soli e infelici, soprattutto i bambini e i ragazzi, che NESSUNO considera abitanti di questo pianeta.

A differenza di Ballard, credo che l'Uomo abbia dentro di sé la luce di tutti gli altri animali e che con un po' di applicazione ognuno possa ritrovare la sua serenità nell'Universo (cazpita! siamo l'unico animale sfigato!!)
Ciao Rossa, grazie delle opportunità e un grande saluto

Rossa ha detto...

io leggo, forse non poco, ma non tutto. vabbè...adesso voglio sapere del lavoro...

Rossa ha detto...

che super commento Enzo, credo che l'argoemnto ti tocchi particolarmente. da quello che capisco di te certamente coltivi quotidianamente la speranza di una dimensione di convivenza e convivialità migliore, una dimensione umana che ti porterà lontano dai fantasmi di Ballard e Carlo Cane.