bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 12 gennaio 2012

pixar: l'arte ispira la tecnologia e la tecnologia ispira l'arte

"l’arte ispira la tecnologia e la tecnologia ispira l’arte
(John Lasseter)

si tratta di questo: al Pac di Milano, va in scena la mostra Pixar – 25 Anni d’Animazione, che arriva direttamente dal MoMA di New York, con i giocattoli animati, preziosi e spiritosi, della Pixar...che divertimento!
ma non solo.
anche molte scoperte inaspettate, anche tanto stupore per l'infinita creatività dell'uomo.
un intrattenimento divertente quanto istruttivo.
noi si vede il film, si ride in rilassatezza con ratatouille, up, toy story, a bug's life, cars, nemo, gli incredibili, wall e, monsters & co, godiamo del prodotto finito e impacchettato ma ignoriamo l'immenso lavoro creativo che lo sostiene.
è una produzione enorme, una laboratorio analogico di disegni, illustrazioni, video, sculture, prove vituali teche, maquette, proiezioni e sketch originali, che esprimono la sensibilità tecnica e visionaria degli artisti della Pixar e che non potevo nemmeno vagamente immaginare.
qui l'arte sboccia, l'immaginazione si sviluppa, la fantasia vola: c'è un mondo, dietro un film di animazione, che è straordinariamente fecondo.


«Molti non sanno che la maggior parte degli artisti che lavorano in Pixar utilizzano i mezzi propri dell’Arte – il disegno, i colori a tempera, i pastelli e le tecniche di scultura – come quelli dei digital media. La maggior parte delle loro opere» – scrive John Lasseter, chief creative officer di Walt Disney and Pixar Animation Studio e fondatore di Pixar – «prendono vita durante lo sviluppo di un progetto, mentre stiamo costruendo una storia o semplicemente mentre guardiamo un film. La ricchezza del patrimonio artistico che viene plasmato per ogni film raramente esce dai nostri studi, ma il prodotto finale – il lungometraggio – che raggiunge ogni parte del mondo, non sarebbe possibile senza questa fase artistica e creativa».


sembra di camminare in un sogno, nell'atto creativo nella mente di qualcuno: è un percorso eccitante, si vedono e scoprono fasi di lavorazione così articolate, così meticolose, così angolate da creare uno squarcio dentro il film. il percorso illustra tutte le fasi del flusso creativo, dalla matita alla scrittura, alla composizione delle inquadrature ai suoni: si può vedere come il lavoro di una bottega d’arte diventa arte digitale, come le opere esposte rivivano grazie a installazioni che utilizzano la tecnologia digitale. ogni sezione vive ed è arricchita da immagini, disegni, sculture, colorscript che raccontano i processi “nascosti” di realizzazione di un’opera frutto dell’ingegno e della mano collettiva di un team.
ho visto disegni a matita, carboncino, carboncino e lacca per capelli (in un disegno lucido in bianco e nero, luci e ombre, veramente strepitoso), a pastello, a pennarello e matita, dipinti digitali, in acrilico, inchiostro, pennarello e correttore liquido, gouache (tipo acquarello), collage. ho visto di tutto.


c’è un’installazione, lo Zootropio, che permette di vedere muoversi in uno spazio tridimensionale i personaggi di Toy Story, regalando un’anticipazione su quello che sarà il futuro del cinema olografico 3D. la ruota gira velocissima e regala l'illusione della fluidità di movimento, i personaggi saltano ballano ridono cadono da cavallo pur essendo fissi su un disco ma con 18 inquadrature in sequenza. flash sequenziali di luce stroboscopica fissanno l'immagine e la magia si compie: a ogni inquadratura corrisponde un movimento in evoluzione.
e ce n'è un'altra, l'Artscape, in cui i disegni esposti nella mostra e appena visti prendono vita e si animano, vengono percorsi dal movimento, comunicano tra di loro, si fanno attraversare da personaggi e da una natura viva che si progressivamente si illumina...è un'emozione incredibile. è come assistere a una nascita: l'arte figurativa diventa arte digitale.





lungo il percorso della mostra leggevo che, anche se immaginari, i mondi Pixar sono comunque vincolati da regole che tracciano il quadro della narrazione. in Toy Story, sebbene i giocattoli siano vivi, cercano di apparire come dei veri giocattoli agli occhi degli esseri umani, non hanno poteri sovrannaturali e sono limitati dalle loro dimensioni reali. l'idea portante è quella di creare un mondo credibile, ma unico.
il personaggio di un film è unostrumento che permette alla storia di svolgersi e consegna allo spettatore qualcosa cui prestare assoluta attenzione. un buon personaggio è pieno di desideri, aspirazioni, pensieri e passioni, "in un grande personaggio ritroviamo noi stessi e, in quell’istante, scivoliamo via dalla nostra poltrona ed entriamo nello schermo. un personaggio deve avere una dimensione tale da permettergli di vivere oltre i confini dell’inquadratura. i personaggi non si creano semplicemente disegnando gli occhi a un’automobile, ma mettendo pensieri e sentimenti nella sua mente o, per meglio dire, sotto il suo cofano."
allora io dico...pixarizziamoci!

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