bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 2 ottobre 2012

fran

Liverpool New York Liverpool Rio de Janeiro Boston Cork Lisbona Santiago del Cile Rio de Janeiro Antille New York Liverpool Boston Liverpool Amburgo New York Amburgo New York Genova Florida Rio de Janeiro Florida New York Genova Lisbona Rio de Janeiro Liverpool Rio de Janeiro Liverpool New York Cork Cherbourg Vancouver Cherbourg Cork Boston Liverpool Rio de Janeiro New York Liverpool Santiago del Cile New York Liverpool, Oceano, proprio in mezzo. E lì, a quel punto, cadde il quadro.
A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto fra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buona notte, notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. È una di quelle cos che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.


Fran.


A un quadro mica puoi chiedere niente. Ma a Novecento sì. Lo lasciai in pace per un po' poi cominciai a sfinirlo, volevo capire perché, una ragione doveva pur esserci, uno non sta trentadue anni su una nave e poi un giorno d'improvviso se ne scende, come se niente fosse, senza nemmeno dire il perché al suo migliore amico, senza dirgli niente.

scrive Alessandro Baricco, il testo è Novecento, monologo di lettura teatrale.
se lo danno ancora da qualche parte (ma c'è anche in audiolibro), lo consiglio caldamente.
non il film di Tornatore, che non ha nulla ma nulla ma nulla a che fare con il testo di Baricco (possibilmente letto e recitato da Eugenio Allegri).


il fatto è che a casa mia sono caduti dei quadri.
quadri fissi immobili da almeno 15 anni.
fran.
prima uno, grande, in sala.
fran.
capita.
poi di nuovo lo stesso in sala.
fran.
ancora?
poi in camera da letto alle 4 del mattino. uno spavento e un casino mondiali.
fran.
ammetto, non l'ho presa bene, ho temuto che la casa vibrasse e venisse giù. notte insonne, inizio herpes.
poi ancora in sala, rompendone un secondo nella caduta, questa volta.
fran fran.

io non ce la posso fare. poi mi hanno ricordato del testo di Baricco, e ora va meglio.

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