bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 18 ottobre 2012

notte tra venerdì e sabato. 13-14 ottobre. I nomi interdetti

Lacan diceva: si ama un nome.
l'amore identifica sempre la dimensione insostituibile della singolarità, l'amore è sempre nominale, mai anonimo.

ecco ancora la Pedreira.


 foto di Francesca Woodman








I nomi interdetti

Dimmelo in un altro modo. Si, inventa una
scusa - la più breve, poichè niente ascolterò
al primo segnale del dolore. Mi basta

la cicatrice che deve restare a tatuare il mio petto
come numero che umilia la bellezza di un
polso, il ferro che sigilla la mansuetudine del toro,
il nome proibito che non si dimentica più.




Fra noi c’è una ferita che ormai non
sanguina, ma non si rimargina – un amore
che dura ancora ed è perso. Se rimaniamo
insieme, non vediamo mai passare la lamina
del tempo, ma diventiamo sempre
più vecchi di quando partimmo. Dicono

 che ci sono bende e bavagli tra di noi,
ma sono tanti i lacci, tante le
fasciature, che mi domando perché si
allontanano gli occhi nel toccarsi, perché
solo dice il silenzio ciò che non dura. Non

ci sono parole possibili – fra di noi – il
vento è sempre più vento nella camicia
e il dolore più dolore nelle mani quando le
sciogliamo. Ma niente di questo conta, perché

gli occhi che ridono tanto nelle pieghe del
vestito sono i più tristi del mondo se
li guardiamo. So che mento quando

paragono ciò che la vita ci rubò a
ciò che ci ha dato; ma, se mi tocco e ormai non
sono un corpo, mi limito a indovinare
un nome per ciò che non sento e
mi rifiuto di credere che sia il tuo.


Nessun nome dopo

Non c'è più nessun nome. Dopo di te
mi destinarono solo nomi che non amai,
volti sui quali non volli posare gli occhi per paura
di fissarli, mani che erano sempre l'ombra
delle tue mani sotto le lenzuola. Mai neanche le vidi

nè toccai quelle dita che, nel buio, celebravano
nella mia la tua carne -se un altro motivo le portò,
per quanto vago, anche non volli udirlo, mai
lo seppi. Dopo di te, dopo gli altri uomini,
è ancora il tuo nome che dico, e nessun altro.




 foto di Francesca Woodman







Questa mattina il sole è passato improvvisamente
dall'altra parte della via - sono così in ombra

le case quando di loro si perde il nome di
qualcuno, così scuri i cuori di quelli che
restano là dentro per abitare il dolore


...come sto?

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