bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 28 marzo 2013

Il libro degli eventi è sempre aperto a metà

poesia in musica.
Parole Note. prima edizione nel 2010
Parole Note. seconda edizione nel 2012
Parole Note. terza edizione nel 2013 (si dice seconda metà di marzo, cioè: ora)
della prima ho già detto e scritto: belle poesie, alcune folgoranti.
ma quel che ha funzionato bene una volta non mi sembra abbia funzionato la seconda. 
intanto percepisco che la musica incide troppo. è troppo per la poesia che deve sostenere, in realtà la sovrasta, la falsifica o la enfatizza. la musica rende alcuni brani solo più seducenti ma i testi rimangono a volte veramente avvilenti. suoni echi rimandi sovrapposizioni, è un gioco anche troppo ridondante, ma è un gioco commerciale, vendere ha un costo. qualcosa, e di prezioso, si perde.
ci sono poesie, che non sono poesie, di una banalità sconcertante, una lettura di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Pavese, letta di Filippo Timi, che mi ha inorridito: una lettura macabra, sardonica, vampiresca...una bufala mai vista, penso che Pavese avesse solo in mente la disperazione muta e cieca della morte non l'eco horror delle risate oltretomba.
una dedica di un padre a una figlia, Lettera di un padre alla figlia di Riccardo Rossi, che potrebbe essere tratto, per infantile banalità, dal corriere dei piccoli; un pezzo di Terzani misticheggiante ma senza sostanza, un "forza ragazzi" da stadio, il mondo è vostro urlato come uno slogan; un richiamo alla forza di rinascita delle donne, Donne in rinascita di Jack Folla, che sa di piaggeria e manifesto post femminista.
robaccia.
si salva qualcosa: 
Passione di Totò e Se tu mi dimentichi di Pablo Neruda.
leggono, nella prima, Fiorello (con John Turturro...ma perchè???), nella seconda, Alessandro Gassman.
le due poesie sono diverse e si somigliano, l'amore lega, governa, vincola, rende schiavi e dipendenti. ci sono ed esisto solo se soffro d'amore per te, ci sono ed esisto, solo tu ci sei ed esisti per me.
Totò sembra più adulto, Neruda un eterno adolescente, entrambi spogliati di tutto, in domanda, in richiesta, in perenne assenza di soddisfazione. a volte sembra che l'amore anche quando c'è, manchi. eppure, come mi insegnava ieri sera Recalcati a una sapiente lezione di psicoanalisi, solo l'amore ci salva dall'universo dell'anonimato, solo l'amore ci consegna a un altro che ci riconosce, che ci da senso, che ci dice "tu non sei qui per caso, tu sei qui per me", solo l'amore ci fa ritrovare, con il nostro nome proprio, nel desiderio dell'altro. 

Passione
Sulla mia bocca ancora c'è il sapore
delle tue labbra come un fiore rosso,
l'alito profumato, il tuo calore
di questa febbre che mi hai messo addosso:mi brucia questa febbre nelle vene
e sol per te questo mio cuore duole,
duole d'amor perché ti vuole bene:
morir d'amor per te, sol questo vuole.
Bella superba come un'orchidea,
creatura concepita in una serra,
nata dal folle amore d'una Dea
con tutti i più bei fiori della terra.
Dal fascino del mare misterioso
che hai negli occhi come calamita
vorrei fuggir lontano, ma non oso,
signora ormai tu sei della mia vita.
Come uno schiavo sono incatenato
alle catene della tua malia
e mai vorrei che fosse ahimè
spezzato il dolce incanto della mia follia.

Se tu mi dimentichi 
Voglio che tu sappia
una cosa.
Tu sai com'è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.
 
ma sopra tutti, outstanding, la meravigliosa Amore a prima vista di Wislawa Szymborska, latta da una bella voce cristallina di Claudia Gerini, che mi insegna che nulla è da prendere sul serio, nemmeno la poesia, tanto meno l'amore, ancora meno Lacan.
mi insegna, come me lo insegnava ieri sera Recalcati a quella illuminante lezione di psicoanalisi, che l'amore oltre alla necessità, al tatuaggio che portiamo impressi, al solco segnato dall'amore materno, risponde anche all'occasionalità. alla contingenza, al caso che diventa destino.


Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.