bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 30 gennaio 2014

la bella gente del teatro Manzoni

lo spettacolo -Blind Date, teatro danza, The Darmstadt State Theatre Dance Company, coreografie di Mei Hong Lin, allieva prediletta di Pina Bausch- è una vera assoluta delizia: vivace, allegro, divertente, interessante, appassionante.
siamo sulla scia di Pina Bausch e quindi siamo nell'eccellenza della corporeità contemporanea. e ho detto tutto.
ma.
il teatro, Manzoni di Milano, è uno schifo.
non l'edificio in sè, anzi: vecchia gloria milanese, poltrone di velluto rosso vecchie un po' disfatte, una vera testimonianza del glorioso tempo teatrale di Milano, ma il suo pubblico.
orario di inizio 20.45. alle 20 e 30 sono in teatro, con non pochi sacrifici dati i miei tempi lavorativi e familiari, alle 20 e 40 sono seduta. 
alle 21.00 la sala è ancora piena, affollata, inquinata e asfissiata da gente che ancora non ha preso posto. non solo è arrivata con oltre 15 minuti di ritardo, e non sembra affatto darsene pena, ma nemmeno si siede.
la qualità umana del pubblico è di quella che io, dall'alto, magnanimo e altruista, della mia cultura democratica di sinistra, mitraglierei al muro senza un briciolo di pietà. anzi, con godimento viscerale, una morte netta, senza torture, al muro, bang, inesorabile e pulita. la prima è la signora, ormai ultracinquantenne, in minigonna, magra anoressica, completamente rifatta e cotonata che, abbonata di certo da secoli, tutti quelli che si porta penosamente e senza eleganza sulle spalle, al suddetto teatro (probabilmente di zona, e siamo in via Manzoni, Via Montenapoleone, chi ha orecchie per intendere intenda), passa, sorpassate ampiamente le 21 ovviamente, davanti alla prima fila per poi portarsi al suo posto effettivo, 10 file più indietro, con il solo eccelso voluttuoso scopo di farsi vedere dal pubblico che spera la acclami come la première dame della serata. faccio notare che i ballerini (quelli invece li sposerei tutti), sono già in scena, si allungano tra gli spettatori e le poltrone, tra le gallerie e gli scalini che portano al palco, stanno iniziando a scaldare l'ambiente con le loro mosse e sguardi, passaggi e volteggi, siamo al corteggiamento del Blind Date. ma la signora non li vede, ecchemifrega, non è venuta a teatro per vederli, ma per farsi vedere, ed è ben altra cosa.
ecco lei è la prima, prego si rivolga faccia al muro, sarà un attimo, la prego non faccia storie, silenzio per favore. clic. bang. finita, l'abbiamo fatta finita.
ma le file delle chirurgicamente rifatte sono molteplici, signore che di Pina Bausch non sanno nemmeno vagamente ripetere il nome, gente ignorante, si sono sbagliate, non hanno letto bene lo spettacolo di questa sera, non c'è ezio greggio e nemmeno la santarelli (pensate quale gusto, la sana e muscolosa ragazza farà la parte di Marilyn nella versione teatrale di Quando la moglie va in vacanza!). alle 21.00, la madre di famiglia, ancora si aggira con il pargolo (7 anni? a teatro? si finisce alle 23? non è meglio tenerlo a casa a dormire?) ancora, cazzo, non si siede, i ballerini le girano intorno, la salutano, che le vogliano far capire che, cazzo, è tempo di sedersi per dare inizio allo spettacolo? no, ma va, gira volteggiando, mostrando la sua creatura dalla faccia vagamente sperduta e parecchio assonnata, e ancora non capisce che lo spettacolo doveva iniziare 20 minuti fa e non comincia anche causa sua. un cicaleccio continua e perdura, la gente chiacchiera, sono le 21.05, si bacia, ciao tesoro, siamo qui anche questa sera, ma che c'è di bello da vedere? durante lo spettacolo la gente applaude di continuo, ad ogni cambio scena, o durante le scene stesse, i ballerini attori si interrompono, pazientemente, dato che gli applausi inopportuni coprono le loro battute. non sa, il colto pubblico in sala, che non si applaude di continuo ma a fine spettacolo, trattandosi di atto unico, magari  anche per tutto il tempo che si vuole.
sono atterrita. mi vergogno della gente, dell'ignoranza e della maleducazione, dei soldi che arricchiscono  pur nell'insipienza e nella deficienza, delle donne coglione e rifatte, degli annullamenti facciali chirurgici quasi sempre contemporanei a grave deficit di maturazione cerebrale. compro quindi sono.
detto questo, dello spettacolo, veramente delizioso, riparleremo.

2 commenti:

corte sconta ha detto...

alle volte sei uno spasso (senza offesa eh!)ciao Rossa vulcanica.

Rossa ha detto...

è quello che vorrei, almeno ogni tanto, essere uno spasso. grazie!!