bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 7 febbraio 2014

Blind Date

cercando con tutte le mie forze di dimenticare l'infelice contesto, questo gentile e sentimentale e spiritoso e appassionato evento di teatro danza è stata una vera meraviglia.
l'impianto, l'orientamento di Pina Bausch, maestra indiscussa di Mei-hong Lin, è inequivocabile.
molto di quel che ho visto, godendone, mi ha ricordato l'ultimo balletto della Bausch, che vidi tre anni fa, Vollmond. (http://nuovateoria.blogspot.it/2011/02/vollmond-la-luna-piena-di-pina-bausch.html).
anche qui, come allora, la danza parla e racconta il mondo dei rapporti, con umorismo commozione allegria, tra l'uomo e la donna. tra uno e l'altro.





l'appuntamento al buio, mi verrebbe da dire, non è solo quella strana invenzione, quel buffo nome che si da agli appuntamenti tra due persone che non si conoscono, ma, ogni appuntamento, tra un uomo e una donna, o tra due uomini e tra due donne, va da sè.., è un appuntamento al buio.
siamo sempre al buio, e totale, integrale, di fronte all'altro. e qui si rappresenta quel gioco d'azzardo, quella scommessa che sta dietro ogni incontro, la cui fortuna risiederà nella capacità di saper vedere l'altro, rinunciando un po' a imporre se stessi. in verità, temo, la capacità d'incontro, e fose anche la voglia, vengono ormai schiacciati e rimpiccioliti dalla paura, le persone, uopmini o donne, vengono goduti per un attimo, consumati in un gesto, digeriti velocemente, e poi rapidamente rimpiazzati dal successivo oggetto di consumo, e così via sulla scia inesorabile, alla fine, della solitudine.
lo spettacolo di Mei-hong Lin è più leggero di quello di Pina Bausch, è una narrazione più divertente che drammatica, anche l'impianto scenico non ha la forza espressiva e depurativa di quel fiume d'acqua che mi travolse tre anni fa.
la leggerezza ha un suo peso, sono matta?, si ce l'ha, perchè la leggerezza toglie il velo dell'oppressione, della centralità dell'io, della tragicità dell'autoriferimento, e apre la strada della lucidità, della fluidità, dello sguardo senza giudizio.
sarebbe così bello vedere uomini e donne felici perchè meravigliosamente leggeri, non gravati dalla volitività dell'autoaffermazione, dalla convinzione della superiorità della propria sofferenza. ce ne sono?
qui, a casa di Mei-hong Lin, si balla e si racconta, si ride parecchio, si sorride molto, ci si diverte, spesso identificandosi in quel tipo femminile, a volte rigettando quell'altro, osservando la veridicità di gesti maschili, la loro stessa banalità, la ripetitività isterica di quelli femminili, il loro grido d'amore, e il disordine dell'incontro, quando c'è, tra le due nature esistenti al mondo.
perchè non ce n'è, al mondo siamo in due, non ce ne sono altri. c'è l'uomo e c'è la donna.
in fondo, lo racconta anche la mitologia greca ripresa nel Simposio di Platone, la ricerca dell'altro, l'unificazione nell'altro nell'atto sessuale, non è altro che il ritorno all'origine dell'uomo. prima della nascita di uomini e donne, c'erano creature sferiche che possedevano entrambi i sessi, quello maschile e femminile, nelle tre combinazioni possibili: o due organi sessuali maschili, o due femminili, o uno maschile e uno femminile (l'androgino). Zeus, spaventato dalla potenziale evoluzione onnipotente e dalla tracotanza di queste creature, le divise. e l'ombelico è la cicatrice evidente di questa divisione, un rattoppo dopo aver raccolto le viscere sparse delle sfere divise a metà!
Da tempo è dunque connaturato che negli uomini l'amore degli uni per gli altri che si fa conciliatore dell’antica natura e che tenta di fare un essere solo da due e di curare la natura umana.
(Simposio 191c-d)
ed è così allora, che l'uomo cerca la donna per riportare tutto all'origine di quella fusione originaria.
altrettanto vero però è che a questa unione, al termine della fusione sessuale, rimarra solo la tragicità di un'unione perduta e mai più raggiungibile se non per brevi momenti.
Questo è il motivo per il quale la nostra natura antica era così e noi eravamo tutti interi: e il nome d'amore dunque è dato per il desiderio e l'aspirazione all'intero.
(Simposio 192e)
ed ecco, raccontato nello spettacolo, ballando e parlando, l'incontro tra queste due entità mancanti, sempre in mancanza, ognuno con il proprio linguaggio, logico razionale quello maschile, relazionale e affettivo quello femminile. due linguaggi inconciliabili che riescono a toccarsi solo nella follia dell'amore, nella possessione dell'amore che va oltre la ragione, che va oltre il discorso logico, che sconfina. due innamorati che si parlano, delirano in fondo no?? tu mi fai impazzire...se non ci fossi tu crollerebbe il mondo... e per gli uomini le donne sempre saranno un po' matte ed esigenti,  e per le donne gli uomini sempre freddi e razionali.
leggo in un'intervista sul Corriere a Mei-hong Lin:
Come ha tradotto in danza i differenti mondi emotivi di donne e uomini? «C?è un modo diverso di trasportare le emozioni all'infuori, nel movimento, e quindi nella danza. È stato un atto naturale nato dalla personalità dei miei ballerini. Li scelgo di forte personalità, con differenti modi di esprimersi, avidi di sapere, curiosi non solo verso la danza ma verso la vita». Che cosa le ha insegnato Pina Bausch? «Da Pina ho imparato che non importa ciò che danzo, ma perché danzo, cosa voglio raccontare, la ragione per la quale mi muovo in un certo modo».
e questa impronta è davvero unica e singolare in questi ballerini, del The Darmstadt State Theatre Dance Company, che esulano dalla classicità della danza. spesso non sono belli nè fisicamente perfetti -ma questa volta c'erano elementi di grande interesse!- non hanno il portamento nè la rigida compostezza del ballerino, ma hanno uno stile personale e singolare, anche svagato, anche impreciso, ma così intensamente espressivo.

2 commenti:

corte sconta ha detto...

ci credo che ti hanno irritata..purtroppo va così alle volte;i barbari avanzano.letto e riletto,post molto bello e riflessivo:lo so,lo so,mi dirai come al solito che esagerooo!a me pare che se anche solo la metà di ciò che dici,pensi,lo applichi nella vita reale,sei davvero una donna accompagnata da fascino e bellezza;e scrivi così bene!sicura di non aver sbagliato professione?un saluto dal Linx esageratooo,ciao Rossa.

Rossa ha detto...

linx qui siamo tutti migliori, tutti bravi, tutti "veri".
certo che non sono così, scrivo così.
mi piacerebbe scrivere per mestiere? ci penso, ma non saprei scrivere che queste cose, riflessioni. posso metterle solo in una pagina scritta, ogni tanto, non saprei fare di meglio.
esageratooooo
Rossa