bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 25 maggio 2014

Cildo Meireles

la sensazione è visiva, poi tattile, poi uditiva, poi olfattiva.
è sensoriale in toto.
l'arte contemporanea si muove così, cercando di prenderti tutto, di portarti in mondi nuovi, di farti esperire sotto nuove forme quel che vivi senza saperlo.
a volte cerca di riportarti alla memoria quel che hai dimenticato, o quel che non hai mai saputo, la follia e il dolore, la bellezza e l'orrore.
l'arte contemporanea non si accontenta, lo stupore deve passare da tutto il corpo, magari sconvolgendoti un po', scioccandoti. o non si accontenta o non si fida di sè, della sua capacità comunicativa ed espressiva.
quel che vedo all'Hangar Bicocca, tempio dell'arte contemporanea insieme al PAC di Milano, tende a somigliarsi sempre un po': installazioni e via con lo tsunami sensoriale,  mnemonico, emotivo, misterioso. se di tsunami si tratta.
quel che domina l'arte contemporanea è il corpo, il corpo e solo il corpo. non celebra la bellezza, anzi, se possibile si immerge nelle viscere e le porta in superficie, te le fa vedere, ti dice: questo è il corpo reale, questa è la nuova lingua che intende il mondo, la parola e il simbolico sono morti.
tranne alcune mirabili eccezioni, dove effettivamente l'originalità e la forza espressiva è veramente frutto di un talento -ricordiamoci che all'Hangar sono fisse in esposizione permanente le sette torri di Kiefer, che sono state veramente uno sballo emozionale (http://nuovateoria.blogspot.it/2012/05/hangar-bicocca.html)-  il tentativo è abbastanza sovrapponibile, ognuno con le sue modalità, ma senza mirabili eccezioni.
certo Mike Kelley (http://nuovateoria.blogspot.it/2013/07/mike-kelley-eternity-is-long-time.html) è matto e alla sua follia si assiste senza ombra nei suoi lavori, matto, ossessionato, psicotico, sganciato, disancorato. la Galindo mi ha dato da pensare a una qualche deviazione (http://nuovateoria.blogspot.it/2014/04/estoy-viva.html), ma  Meireles mi sembra sano di mente, forse troppo per il mestiere che fa, e cerca la sua via con installazioni più o meno riuscite, complessivamente gradevoli e curiose. Si viaggia nella trasparenza, camminando sui vetri e attraverso maglie da pescatori o guardando attraverso una vasca di pesci trasparenti,  si finisce in una stanza che ricorda, anzi che E' il mare, effettivamente avvertendo una senzione di tremolio, di ondeggiamento, di perdita dell'equilibrio.
si sosta davanti a una torre di radio che parlano contemporaneamnete lingue diverse, ci si avicina a una capanna sioux attorniata da una muro di candele e che contiene ossa di bue: un odore acre intollerabile mi travolge, e mi perseguita, anche allontanandomi.
si gioca sull'equivoco visivo, sulla necessità di sperimentare il reale, una boccia somiglia a un'altra  per forma e dimensione  ma ha ben altro peso, una è di plastica l'altra di qualche metallo pesante, si gioca sulla sinestesia, sulla contaminazione dei sensi nella percezione...e a tratti mi sembra di essere a scuola!, a una sperimentazione di fisica o di biologia.



Cildo Meireles. Installations è la prima mostra italiana dedicata a uno dei più importanti e celebrati artisti del secondo dopoguerra. La personale, a cura di Vicente Todolí, comprende 12 tra le più importanti installazioni realizzate dall’artista tra il 1970 e oggi. Tra i primi a sperimentare, fin dagli anni 60, installazioni immersive e multisensoriali che richiedono il totale coinvolgimento del pubblico, Cildo Meireles affronta tematiche sociali e culturali attraverso opere che rivelano pienamente il loro significato solo nel momento in cui sono attraversate, coinvolgendo oltre alla vista, anche l’udito, il tatto, l’olfatto e addirittura il gusto. La mostra si snoda attraverso un percorso spiazzante, caratterizzato da opere monumentali e piccolissime che catturano lo spettatore anche attraverso l’uso indistinto dei materiali operato dall’artista. Cildo Meireles, infatti, sceglie oggetti e materie in base alle loro caratteristiche simboliche o sensoriali, mettendo insieme elementi contrastanti dal punto di vista semantico o visivo. L’uso di grandi quantità di oggetti identici o simili per creare ambienti ed effetti visivi nuovi, il suono come elemento centrale nella relazione del pubblico con le opere, e lo spazio quale componente fondamentale nell’enfatizzare i paradossi e le metafore, sono elementi chiave dell’arte di Cildo Meireles efficacemente riassunti nelle 12 installazioni presentate presso Pirelli HangarBicocca. 









ho visto di meglio, ho visto di più.
se l'effetto deve essere sul corpo, il mio corpo chiede di più.

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