bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

mercoledì 17 settembre 2014

Clarinet Concerto

Politecnico Sede di Milano Bovisa
Aula De Carli
Andrea Dulbecco
If you find a lethal weapon in your kitchen 
Prima esecuzione assoluta dedicata
alla memoria di Frank Zappa
Igor Stravinsky
Ebony Concerto
Artie Shaw 
Clarinet Concerto
Orchestra laboratorio di World Music del Conservatorio di Milano 
Alberto Serrapiglio, direttore
Andrea Dulbecco, vibrafono
Fabrizio Meloni,clarinetto

Nell'Aula De Carli del Politecnico (sede di Milano Bovisa, ingr. libero) l’Orchestra laboratorio di World Music del Conservatorio di Milano diretta da Alberto Serrapiglio esordisce nel cartellone di MiTo con un programma che spazia nel repertorio del ’900, in bilico fra classica e jazz. In programma la prima esecuzione assoluta di “If you find a lethal weapon in your kitchen” di Andrea Dulbecco (dedicata alla memoria di Frank Zappa), l’”Ebony Concerto” di Stravinskij e il “Clarinet Concerto” di Artie Shaw. Solisti il il percussionista Andrea Dulbecco al vibrafono e il clarinettistaFabizio Meloni.

è stata l'esperienza musicale più intensa che io ricordi.
non mi aspettavo nulla ed è arrivato tutto, è un buon insegnamento per la vita.
intanto siamo alla sede della Bovisa del Politecnico di Milano: un posto veramente bello, moderno e carico di forza vitale. camminando per arrivare alla sala del concerto ho visto aule aperte e giovani, tanti giovani, ovviamente giovani, davanti ai pc e in gruppi, giovani che studiano, giovani insieme, giovani. e già questo è fantastico.
il concerto, di musica jazz, è stato bellissimo per la musica, emozionante di musica, e per i giovani che la suonavano, fremente di giovani. a parte gli artisti di spicco, Dulbecco, Meloni (strepitoso) e Serrapiglio, l'orchestra era composta da giovani allievi del Conservatorio di Milano. credo non avessero più di 25 anni. 
all'inizio non mi davo una spiegazione, ma poi, ho capito. la sala era piena di persone anziane. non capivo bene come mai un concerto jazz, alla Bovisa (non proprio facilissima da raggiungere), al Politecnico di Milano, all'interno del MiTo, potesse richiamare tante persone anziane e coppie di media età. erano i nonni e i genitori dei ragazzi che suonavano. una, accanto a me, non ha potuto resistere: lo vede al piano?, è mio nipote.
e a me viene da piangere dalla commozione, e ho trascorso tutto il concerto con questa emozione fremente, con queste lacrime alle porte, con il magone che scoppiava, con la gioia che esplodeva: giovani giovani giovani che suonano, che hanno passione, che studiano, che si fanno largo e sono tremendamente bravi. 
è il futuro, sono la nostra vita, i giovani.
sarà stato questo, sarà stato Artie Shaw o i suoni del vibrafono di Dulbecco, sarà stata la melodia di "A letter to you" dedicata a un collega morto di recente e non compresa nel programma, sarà stata la magia del clarinetto di Meloni, sarà stato il batterista jazz citato dal suo maestro che ha vinto un concorso internazionale e sta partendo per un  Erasmus, sarà stata l'originalità dell'evento, sarà stato il maestro Meloni che suona e improvvisa con i suoi allievi evidentemente emozionati, sarà stato quel modo entusiasmante che hanno i jazzisti di comunicare tra loro suonando e la soddisfazione che esprimono abbracciandosi e complimentandosi tra loro a ogni pezzo compiuto, non so cosa è stato, ma per me è stato meraviglioso, un'ora e mezza di felicità pura.

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