bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 9 aprile 2015

Mudec, la terra degli spiriti

certo i pavimenti, e soprattutto le scale, non sono proprio perfetti. sono scheggiati come fossero passati cinque annetti buoni di passaggi continui con scarpe chiodate.
non è bello, in effetti, e l'architetto, sig. David Chipperfield, si è adirato non poco, non si fa così e ritiro la mia forma dal progetto.
meglio dirlo prima che dopo. dopo è cattiva pratica e incuria, prima è attenzione ai dettagli e  prevenzione.
ma la mostra, La terra degli spiriti, una delle due in corso, è bellissima.
anche il Mudec è un gran bel posto. la struttura mi è piaciuta moltissimo e tutti gli spazi annessi.
ormai tutta la zona intorno a via Tortona è un quartiere di gran recupero degli spazi, qui siamo all'ex Ansaldo, vicinissimi allo Studio più, sede di Yoga Festival e del recente Affordable Art Fair.
ma quello è solo uno spazio molto grande, questo è un gran bello spazio.
Foto © ArtsLife


la chiamano nuvola, è bianca e un po' sospesa, mi piace che a Milano ci sia un posto così.
la nuvola, eterea ed elegante, è la grande agorà introdotta dalla scalinata incriminata da Chipperfield e apre agli spazi espositivi. la struttura è leggera, gli spazi ampi, anche al piano sottostante, luminosa e ariosa, fluida e avvolgente. si sta bene in un posto così.
se si entra nella terra degli spiriti ci si ritrova, qui, e da qui inizia il percorso.

nella prima sala campeggia l’illuminante pannello con la citazione di Paul Guillaume da “L’art nègre e le avanguardie del ’900” (Parigi, 1926) che illustra la come gli europei abbiamo scoperto l’Africa e come da allora, l’arte occidentale non sia stata più la stessa:  “Vent’anni fa sembrava che l’arte moderna avesse esaurito le sue energie e stesse morendo per una lenta asfissia. L’ispirazione e la vitalità dell’Impressionismo se n’erano andate. Picasso e Matisse avevano rivelato il loro talento, ma né l’uno né l’altro aveva ancora manifestato compiutamente la propria personalità. Qualche nuovo motivo, qualche fertile influenza erano indispensabili perché sia l’uno che l’altro potessero mettere a frutto i propri talenti…. È stato allora che, come per miracolo, l’arte di una regione lontana, incompresa e disprezzata, apparve all’orizzonte, e tutto quanto ne fu trasformato. In un tempo incredibilmente breve le energie compresse furono liberate, una nuova e intensa vitalità si manifestò in tutti i campi dell’estetica; e l’arte europea, che era sembrata appassita, fiorì una volta di più…”.
la prima sala è stupefacente, credo la più interessante di tutte. l'ambientazione è buia, e lo sarà tutta la mostra, con l'illuminazione riservata alle singole opere. qui ce ne sono di straordinarie, piccole statue, feticci, maschere, cariatidi, re a cavallo, figure doppie, teste da reliquari, suonatori di balafong, cucchiai dalle forme umane. un esercito delle meraviglie, con ogni singola figura che emerge dall'oscurità illuminata dall'alto ed effetto molto suggestivo. le opere sono stupefacenti, per eleganza, stilizzazione, forme, ideazione artistica, bellezza. molte ricordano opere surrealiste poi comparse in Europa, con forme geometriche che rimandano al cubismo e a sperimentazioni europee dei primi del 900. ci sono teste composte da cilindri, coni e piramidi, o ancora figure in cui l’effettiva sproporzione delle parti anatomiche raggiunge un equilibrio imprevisto.
ne sono rimasta incantata.
la mostra poi si snoda in altre sale che riprendono la cultura africana con alcune sculture in pietra che dimostrano la coscienza e l'abilità artistica africana a onta delle idee preconcette di primitività della stessa.
ci sono sale dedicate ai miti e ai feticci, agli oggetti preziosi, all'oggettistica minuta, agli oggetti di culto, agli altari animisti e, bellissime, alle maschere. secondo la cultura africana le cose non appaiono, non esiste la finzione, la rappresentazione, esiste l'essere o il non essere e scopro che le maschere, una volta indossate, esistono. secondo una tradizione africana le maschere non vengono infilate, sono loro che scelgono chi le dovrà indossare, quasi che la persona interiore che alberga in ogni essere, senta la necessità di scegliere una forma diversa dal corpo che la contiene, in modo da vestirsi di inconsueto e divenir così più vera. l’anima, lo spirito e la psiche, effimera, eterea e incorporea, per mezzo della maschera vivono un breve tempo nella razionalità rendendo palpabile la dialettica tra essere e non-essere, tra universo degli antenati e mondo dei vivi.
non parlare al coccodrillo prima di essere uscito dal fiume
 è quando non si sa dove si va che è bene sapere da dove si viene
 la violenza del vento non toglie le macchie di leopardo
 la parola è come l'acqua, una volta versata non la raccogli più
 un anziano che muore è come una biblioteca che brucia





Ci torno, al Mudec, a vedere l'altra, Mondi a Milano , e a respirare un po' di aria buona in questo fiore di luce.


per vedere delle belle foto su questo bel posto che è il Mudec con la sua preziosa nuvola, consiglio di andare a curiosare questo post  sul blog curato da Marco Eugenio: http://marcoeugenio52.blogspot.it/2015/04/mudec.html

5 commenti:

marco eugenio ha detto...

sempre interessanti e ben supportate le tue opinioni e i tuoi reportages

anche a me è piaciuta molto la prima sala della mostra sull'arte africana, il resto un po' meno
poichè io mi occupo di fotografia, nel post sul mio blog dedicato al Mudec mia immagine sul mudec ho presentato qualche immagine di quel gioiello che è l' agorà, se vuoi dare un ' occhiata:
http://marcoeugenio52.blogspot.it/2015/04/mudec.html
saluti
marco

Rossa ha detto...

ma è fantastico!! che belle foto!! posso mettere un link che rimanda al tuo blog?

marco eugenio ha detto...

ma certo, quale onore una citazione sul tuo blog, che leggo sempre con grande interesse!
grazie e un saluto
marco
PS
siamo un po' colleghi, tra l'altro, io sono medico internista e ho letto con vivo interesse i tuoi articoli sugli ospedali psichiatrici e i manicomi criminali

Rossa ha detto...

Ah lo so che sei un collega, ti sei anche preso cura di me, qualche post fa...
la questioni psichiatriche sono sempre spinose, o inducono interesse come il tuo o rivendicazioni e proteste, come nel caso di altri.
bene, procedo all'inserimento, e buona giornata (che sole anche oggi...)
Rossa

marco eugenio ha detto...

Grazie Rossa
E abbi cura di te
Con stima
Marco