bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 30 ottobre 2015

tutta la sagacia nascosta nella sua intelligente natura

Buck riprese i sensi, ma non le forze. Rimase sdraiato là dov'era caduto e gettò uno sguardo all'uomo dalla maglia rossa. - "Risponde al nome di Buck", - disse tra sé l'uomo leggendo la lettera del taverniere che gli annunciava la spedizione della gabbia e del suo contenuto.- Bene, Buck, ragazzo mio,- continuò bonariamente, - abbiamo avuto una piccola conversazione, e la miglior cosa che si possa fare adesso è di non pensarci più. Tu hai capito qual è il tuo posto e io so qual è il mio. Se sarai un buon cane, tutto andrà benone, ma se sarai un cane cattivo, te ne darò quante potrai portarne, capito? Così parlando gli carezzava senza paura la testa che aveva colpito così crudelmente, e sebbene il pelo di Buck si ergesse istintivamente al tocco di quella mano, egli sopportò la carezza senza protestare. Quando l'uomo gli portò dell'acqua, bevve avidamente e poi mangiò una generosa porzione di carne cruda, a pezzo a pezzo, prendendola dalla mano stessa dell'uomo. Era stato vinto, lo sapeva; ma non prostrato. Capì una volta per tutte che contro un uomo armato di un bastone non c'era niente da fare, imparò la lezione e non la dimenticò più per tutta la vita. Quel bastone fu una rivelazione: lo introdusse nel regno della legge primitiva. Le vicende della vita avevano adesso un aspetto più fiero; ed egli le affrontò con tutta la sagacia nascosta nella sua intelligente natura. Nei giorni successivi giunsero altri cani, in gabbie o al guinzaglio, alcuni docilmente altri infuriando e latrando come aveva fatto lui e, ad uno ad uno, li vide sottomettersi al dominio dell'uomo dalla maglia rossa. Ogni volta osservò lo spettacolo brutale e si fissò in mente la lezione: un uomo con un bastone fa legge, è un padrone che deve essere obbedito anche se non necessariamente amato. Su questo ultimo punto, Buck non cadde mai in colpa, sebbene vedesse dei cani che dopo essere stati picchiati facevano servilmente festa all'uomo, scodinzolando e leccandogli la mano. Vide anche un cane che non volle mai cedere né obbedire, e che infine fu ucciso nella lotta.

sono affascinata dalla lettura de Il richiamo della forersta, Jack London.
sono affascinata, attratta e così stupita che mi sembra di aver scoperto una cosa nuova.
una nuova lettura, un nuovo modo di vedere il mondo, di scrivere e di leggere.
leggo di Buck e del suo modo di vedere gli uomini e di sentire la neve, di imparare dall'esperienza e di sopravvivere nel mondo.
sono stupefatta che si possa scrivere dal punto di osservazione di un cane e di sentirmene così piacevolmente coinvolta.
sono incredula di una capacità di inseguire la verità, da un altro punto di vista.
sono contenta perché leggo di un modo dove gli uomini sono uomini e i cani sono cani, non questa poltiglia immonda attuale in cui i cani, gli animali, sono oggetti di consumo tanto quanto un lecca lecca, dove tutto è stravolto dalla nevrosi imperante, dal desiderio di fare di ogni essere vivente un servo della propria inadeguatezza nel vivere le relazioni, di fare di cani e gatti esseri umani modificati, asserviti, molestati, truccati e travestiti.
basta, mi viene la nausea. è una perversione, la boutique del cane.
Buck è un cane e vive come un cane, è intelligente come un cane, sente gli uomini come un cane, conosce i limiti del suo mondo, lavora, lotta, dorme all'aperto, sopravvive e impara dall'esperienza, ha una sua dignità e il suo modo di riconoscere la realtà e farne buon uso. e gli uomini sono fatti così, come vuoi che siano fatti, usano i cani, a volte li amano, a volte li massacrano, a volte sviluppano con loro relazioni sane, adeguate ai propri ruoli in questo mondo chiamato Terra.
è fantastico, sono elettrizzata, qualcosa mi torna, finalmente.

Giorno e notte la nave vibrava sotto il continuo impulso delle eliche, e sebbene i giorni scorressero eguali, Buck si accorse che l'aria diveniva più fredda; infine, un mattino, l'elica si fermò, e il Narwhal, fu pervaso da un'atmosfera di eccitazione. Buck se ne accorse al pari degli altri cani, e capì che stava per avvenire un cambiamento. François mise loro il guinzaglio e li portò sul ponte. Al primo passo sulla superficie fredda le zampe di Buck affondarono in qualche cosa di bianco e di morbido, molto simile al fango. Balzò indietro sbuffando. Una gran quantità di quel fango bianco si agitava nell'aria. Si scosse; ma continuava a venirgli addosso. Annusò curiosamente quella cosa e provò a leccarla. Sembrava fuoco e subito scompariva. Buck non capiva. Provò ancora con lo stesso risultato. Intorno a lui quelli che lo guardavano ridevano forte ed egli si sentì pieno di vergogna senza sapere perché: era la prima neve che vedeva.

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