bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 26 aprile 2016

San Maurizio al Monastero Maggiore

c'è da vergognarsi ma tant'è.
non conoscevo la chiesa di San Maurizio a Milano.
si lo so, la meno tanto con Milano, ci sono passata davanti decine, forse centinaia di volte, non ultimo quel giovedì del salone del mobile.
sono lì e me la conto su con palazzo Turati prima e palazzo Litta poi, e non ci bado.
c'è sempre tanta gente davanti, ma niente. 
sono il ritratto dell'indifferenza.
e dell'ignoranza.
sabato stavo andando a comprare dei cannoli, diciamoci la verità.
corso Magenta.
prima sono attratta dal cortile del Museo archeologico, poi di nuovo ci passo davanti. San Maurizio al Monastero Maggiore. e vogliamo far finta di niente anche questa volta? ma quante volte ne hai sentito parlare??
e ci entro, finalmente.
sono catturata dalla pienezza, immediatamente.
c'è un pieno di colore degli affreschi che la ricoprono interamente, del tutto, ma tutto l'interno, è un colpo, un effetto di rapimento, sono prigioniera di questo spazio.
sono così stupita che mi muovo come teleguidata, non so nulla di quel che vedo, sento parlare delle monache, degli affreschi del Luini, della divisione in due della chiesa, ma al momento non mi interessa e non ne scriverò. mi porto, trainata da qualcosa, nella parte della chiesa oltre il tramezzo ed entro in un'altra area, ancora più piena della prima, c'è un coro ligneo ai lati, ci sono affreschi ovunque, c'è un soffitto incredibile, noto un'ultima cena, anche un organo, c'è da impazzire qua dentro.
e c'è un blu intensissimo che mi guarda, pieno di stelle e di angeli e di santi e di dio, suppongo, un luogo scuro  ma colorato di blu e luminoso di oro, un buco nero di bellezza che mi calamita. questa parte della chiesa è ancora più magica della prima in entrata, le volte, le cappelle, il tramezzo, sono elementi che compongono un'armonia di spazi, è un posto incantato.
come ormai di prassi mi salgono le lacrime, quando sono colta di sorpresa da una bellezza inaspettata, oltre a quando- ma è ovvio- mi sparano addosso la cattiveria, mi sale questa emozione incontenibile, forse è davvero solo la sorpresa del bello, il dono inatteso di una meraviglia nell'atmosfera mediamente sepolcrale e misera della vita, sarà questo che mi fa andare in eruzione vulcanica, le sento che mi preme sugli occhi e mi accerchia la gola, non so cosa sia esattamente, sarà la vita che ogni tanto ancora mi assale e mi butta a terra, soverchiandomi. 
c'è da tornare capendoci qualcosa, un po' di cultura sarà necessaria, al momento mi porto dentro l'impressione di un luogo unico e pieno, una scheggia di universo che si è travestita di notte e di stelle, una porta che si apre sulla magia dell'arte e del  mistero divino.



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