bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 20 marzo 2017

campari!!


questa facciata? ispirata ai disegni di Fortunato Depero. si riconosce l'omino stilizzato?
fantastico. alla Galleria Campari, in via Gramsci 161 a Sesto San Giovanni, li si ritrovano ovunque, sia l'omino, sia Depero.
la ricostruzione dell'antico edificio, di cui mantiene solo la facciata, è opera dell'architetto Mario Botta, e il risultato, tra recupero storico, celebrazione artistica e rispetto ecologico, è davvero sorprendente.
una storia straordinaria, questa.
l'ho ascoltata, con molta pazienza, in occasione di Museo City, qualche settimana fa, all'inizio di marzo. pazienza, molta, moltissima, perché il relatore era prolisso e colmo di inutile prosopopea, un giro di due ore si poteva fare benissimo in una. quante inutili parole, era tutto da vedere, immagini di grande impatto visivo: quanti riferimenti nella memoria, uditivi, visivi, olfattivi.
la galleria si estende su due piani, il primo dedicato all’esperienza Campari con l’esposizione di opere di artisti internazionali come Leonetto Cappiello, Bruno Munari e Ugo Nespolo, al secondo piano il prodotto ritorna visibile, con la bottiglia monodose creata da Depero, e la narrazione si sviluppa lungo 5 stanze dove si osserva il mondo Campari: il percorso si snoda attraverso oggetti tipici del mondo dei bar, shaker, bicchieri, menu, posacenere, vassoi, bottiglie, orologi originali degli anni ’60 e ’70.

"l'aperitivo è come l'arte: è un momento che da rilievo alla vita". leggo.
non esageriamo ma qui, di arte ce n'è parecchia.
Campari nasce, nel 1860, dalla passione di Gaspare Campari. grazie alla prestigiosa posizione del Caffè Campari in Galleria Vittorio Emanuele II (ceduto nel 1919). nel 1889 compare il primo annuncio pubblicitario di Campari sul ‘Corriere della Sera’. nel 1890 l’illustratore Mora realizza i primi manifesti per pubblicizzare il Campari e nei primi anni del ’900 sono diversi gli artisti che prestano la loro opera per rappresentare Campari,















tra questi il pittore e cartellonista triestino Marcello Dudovich  e l’incisore, illustratore e scenografo ferrarese Adolfo Magrini. il 1 ottobre 1904 viene inaugurato lo stabilimento di Sesto San Giovanni: moderna, con strutture e macchinari al passo con i tempi, la sede di Sesto è strategica per i collegamenti ferroviari nazionali e internazionali.


Marcello Dudovich firma il celebre manifesto del bacio appassionato di due innamorati, colti nell’angolo di un salottino privé e virato tutto di colore rosso, come Campari. 
Leonetto Cappiello realizza una serie di manifesti tra cui il celebre Spiritello avvolto nella buccia d’arancia.
negli anni 30 sarà Depero a offrire la sua creatività al marchio.




un bel luogo, memoria di una storia dell'Italia, industriale, commerciale, ma anche artistica, di costume, di immaginario, di noi.

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