bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 9 giugno 2017

l'ordine del tempo

sebbene pensi di parlare semplicemente, parla difficile.
ho letto le sue Sette lezioni di fisica.
facile? difficile.
(va meglio ora, alle seconda lettura)
sono andata al Parenti per ascoltarlo sull'Ordine del tempo.
facile? comunque abbastanza difficile.
è la fisica che mi è ostica, sig. Carlo Rovelli.
io non la vedo.
non la percepisco.
invece, quello che ho imparato ascoltandola, è che i fisici sono dei visionari. 
prima immaginano soluzioni, arditissime sul funzionamento della materia, e poi le dimostrano con formule matematiche rigorose e ripetibili.
relatività generale (la più bella delle teorie)
fisica dei quanti
gravità quantistica
fisica statistica
fisica delle particelle
macro cosmo e big bang
leggi della termodinamica e il tempo.
secondo i fisici ci sono movimenti e fluttuazioni e pacchetti di energia e curvature che muovono lo spazio. Rovelli parla e le vede, queste cose. io no.
lui mi spiega che lo spazio è materia, come tutte le cose è materia, e che è un enorme mollusco, vibrante e mobile, in cui viviamo: in qualche modo, razionalmente, lo capisco, ma non lo intuisco.
è proprio una predisposizione della mente. probabilmente, allo stesso modo, Rovelli vede la musica, la misura in onde, vede la luce, sente il calore, lo sente muoversi nelle velocità delle particelle, capisce il vento e ordina il tempo secondo una modalità non lineare ma circolare.
lui vede.
io no.
capisco anche che l'interpretazione fisica del mondo si avvicina paurosamente alla filosofia, una concezione teorica della materia li accomuna, la teorizzazione della conoscenza e della verità è una tensione culturale condivisa.
i fisici cercano la semplicità, le buone teorie sono quelle semplici diceva Einstein, come la sua sulla relatività generale.
i buoni fisici, come tutti i buoni scienziati e pensatori, nutrono dubbi, si interrogano, non si accontentano mai. il genio si interroga sempre, dubita, dice, a ragione, Rovelli.
bene, io sono a terra, loro vanno in treno, sul frecciarossa.
mi avvicino a loro solo quando il discorso si fa letterario, narrativo, e inconscio.
allora se Rovelli parla di un mondo senza tempo, dell'illusione di una direzione del tempo, dell'anelito dell'uomo all'atemporalità quando invece il tempo lo soffre e lo patisce, allora qualcosa mi tocca. se Rovelli mi spiega che il valore del tempo è relativo ed è legato all'interazione, che il tempo è in noi, il tempo siamo noi, allora qualcosa in me si scioglie.
"L’emozione del tempo è precisamente ciò che per noi è il tempo. Il tempo siamo noi. Siamo memoria. Siamo nostalgia. Siamo anelito verso un futuro che non verrà".
se poi leggo anche Arnaldo Benini, sul Corriere intervistato da Claudio Magris, che studia la fisiopatologia del tempo, che mi dice che il tempo è un prodotto dell'uomo, che il tempo si sente perchè è un prodotto del cervello, che il senso del tempo esiste in esseri viventi con sistema nervoso, anche se minuscolo, come api e formiche, che il meccanismo del senso del tempo si è evoluto nel corso di millenni e che nell’uomo ha acquisito la dimensione numerica e una forte componente emotiva per cui il tempo della vita scorre secondo la condizione fisica ed emotiva e non secondo l’orologio, allora capisco di più.
se si aggiunge: "alla nostra esperienza, anche quella di galassie, stelle lontanissime e buchi neri che si postulano senza poterli vedere, attribuiamo le dimensioni temporali del nostro cervello. Se in quelle galassie ci sono (o ci saranno) esseri viventi con cervello diverso dal nostro, è verosimile che il loro senso del tempo sia diverso. La natura, diceva il fisico Richard Feynman, è bizzarra e stramba. Ora abbiamo le prove di quanto il tempo sia individuale, elusivo, flessibile e accidentato, a seconda della nostra affettività", allora mi sento a casa, allora capisco.
"Ogni paesaggio, ogni volto, ogni città è spazio in cui si è trasfuso e condensato il tempo. Ciò vale per la storia, ma anche per l’individuo; noi siamo «tempo rappreso», scrive Marisa Madieri in Verde acqua."

bene, grazie a tutti, adesso va bene.


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