bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

sabato 2 settembre 2017

l'opera al nero, la fine di Zenone

Poi, in tutto quel frastuono distinse un rantolo. Respirava a grandi e rumorose inspirazioni superficiali che non empivano il torace; qualcuno che non era più del tutto lui, ma sembrava un po' in disparte a sinistra, considerava con indifferenza quelle convulsioni d'agonia. Così respirava un corridore sfinito nel raggiungere il traguardo. Era calata la notte, senza che egli potesse distinguere se in lui o nella stanza tutto era buio. Anche la notte si moveva; le tenebre si scansavano per far posto ad altre, abisso dopo abisso, strato oscuro su strato oscuro. Ma quel nero, diverso da quello che si vede cogli occhi, vibrava di colori originati, per così dre, dalla loro stessa assenza: il nero tendeva al verde livido, poi si mutava in bianco puro; il bianco pallido inclinava al rosso oro senza che tuttavia venisse meno il nero originario, proprio come la luce degli atri e l'aurora boreale trasaliscono nella notte comunque nera. Per un istante che gli parve eterno, un globo scarlatto palpitò in lui o fuori di lui, sanguinò sul mare. Come il sole estivo nelle regioni polari, la sfera sfavillante sembrò esitare, pronta a scendere di un grado verso il nadir, poi con impercettibile sussulto risalì verso lo zenit e alla fine si dissolse in un giorno abbagliante che era allo stesso tempo notte.
Non vedeva più, ma i rumori ancora lo raggiungevano. Come non molto tempo prima a San Cosma, nel corridoio risuonarono passi precipitosi: era il carceriere che aveva notato sul pavimento una chiazza nerastra. Un momento prima il terrore avrebbe afferrato l'agonizzante all'idea di essere ripreso e costretto a vivere e morire qualche ora di più. Ma l'angoscia ormai era cessata: era libero; l'uomo che veniva verso di lui poteva essere solo un amico. Fece o credette di fare uno sforzo per sollevarsi, senza saper chiaramente se lo soccorrevano o se al contrario era lui che portava aiuto. Il cigolar delle chiavi nella toppa e dei catenacci non fu per lui che un rumore acutissimo di porta che si apre.
Non oltre è dato andare nella fine di Zenone.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che tematiche intriganti e complicate trapelano da quest'episodio...la Yourcenar e' davvero grande ed i processi alchemici così appassionanti. grazie Rouge

Rossa ha detto...

la Yourcenar è una scrittrice immensa. il libro, l'opera al nero, è ipnotico.
quello che sto raccogliendo sono le testimonianze letterarie sulla morte di vari scrittori, a partire da Martin Eden di Jack London.
prego anonimo.

corte sconta ha detto...

a quando Spoon River? "notte" Rouge