bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 23 novembre 2017

Molly Bloom - esercizio n.1

Leggi questo testo:

Il capitano Bredon era piuttosto un buon diavolo. Quando Angus Munro, direttore del Museo di Kuala Solor, gli parlò del suo nuovo assistente, Neil Mac Adam, che doveva arrivare a Singapore e scendere al Van Dyke Hôtel, e lo pregò di stare attento che il giovanotto non si cacciasse in qualche pasticcio, egli promise che avrebbe fatto del suo meglio. Il capitano Bredon comandava il Sultan Ahmed, e andava sempre al Van Dyke quando si trovava a Singapore: era sposato con una giapponese che aveva camera fissa là: Come, dopo un giro di due settimane lungo le coste del Borneo, tornò a Singapore, l'olandese che dirigeva l'albergo gli disse che Neil era arrivato da due giorni. il capitano lo trovò seduto nel polveroso giardinetto dell'albergo, intento a leggere alcuni vecchi numeri dello Straits Times.

Riscrivilo connotando a seconda dei seguenti stati psichici: angoscia, terrore, solennità, furore, orrore, noia, gioia.
Scegli lo stato psichico su cui imperniare l'esercizio. Il testo - che è di 804 battute- deve diventare di 1500 battute.

Il mio testo:

 Van Dyke Hotel, Singapore. Le luci verdi e lampeggianti del neon dell’insegna si riflettono sul suo viso, quella leggera fotofobia quasi silente torna a dargli fastidio, ruota la testa di scatto, come avesse ricevuto uno schiaffo.
 Conosce Singapore, è una città sinistra, come ci mette piede sente la terra scivolosa sotto i piedi, ha paura di cadere, cammina come sotto il segno di una premonizione, prima o poi qualcosa gli succederà, a Singapore. E’ lì per quel lavoro, Angus, il direttore del museo di Kuala Solor, gli ha fatto capire che se vuole cominciare a combinare qualcosa deve darsi da fare. Deve incontrare il sig. Bredon, dice che è un brav’uomo, che avrà cura di lui.
 Entra, e inciampa. E’ sudato, si muove scomposto. Mentre si risolleva accertandosi che nessuno si sia accorto di lui, si ripete: “andrà tutto bene”, ma non ci crede. Una donna giapponese lo nota, lo fissa con uno sguardo spento, gli insinua un dubbio, una domanda scomoda, qualcosa che delle donne non vuole sapere. Si fa forza e si dirige al bancone, il direttore dell’hotel è un olandese che parla con gli occhi bassi, sembra non poter distogliere lo sguardo dal cellulare, un’aura ipnotica lo avvolge.
 “Non ci sono posti sicuri” pensa, e si asciuga le mani sul vestito. Si siede sulla panchina che l’olandese gli ha indicato, è sollevato, ha un posto dove stare, può prendere in mano una rivista, fingere che lo scorrere del tempo sia una legge della fisica e non una condanna.
 “Cerco il Sig. Mc Adam, è arrivato?”, chiede un uomo appena entrato.
 Neil si volta di scatto, come avesse ricevuto uno schiaffo: “Sono io”.

il tutor mi ha detto che, insomma, la trasposizione al tempo presente si nota poco, poco è cambiato, e che tutti abbiamo fatto ruotare il testo sulla figura di Neil.
però si capisce che parlo di angoscia, il testo è scritto bene, il finale è aperto. promossa.

io mi sono attenuta alle indicazioni, già pensavo di strafare, non pensavo di dover scrivere un racconto vero e proprio, mutare il punto di vista, stravolgere l'ambientazione.
mi dicono: scegli un tono del racconto, entro 1500 battute.
e io mi sono detta: esagerata, fuori tema come al tema di maturità.

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